L'isolamento sociale, la mancanza di progetti per il futuro tra i problemi creati dalla pandemia

SIENA. Da Siena Ideale riceviamo e pubblichiamo la proposta del capaogruppo Davide Ciacci.
“Gli italiani risentono sempre di più del disagio provocato dal Covid e i giovani secondo uno studio recente della CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) sono i più esposti. La giovinezza e l’adolescenza rappresentano una fase esistenziale cruciale per lo sviluppo della propria identità. Durante l’adolescenza i giovani iniziano a dare la priorità ad altri legami oltre a quello con i genitori. L’interruzione di questi rapporti ha messo a dura prova il loro benessere psicofisico. Non a caso in questo anno di pandemia si è registrato un boom di fenomeni autolesionistici e di tentativi di suicidio da parte di preadolescenti e degli adolescenti. Isolati nelle proprie camere, i ragazzi rischiano di concentrarsi su pensieri negativi.
Il Covid costringe, in effetti, al rispetto di regole rigorose che includono spesso l’isolamento sociale, con il distacco fisico dalla scuola, dall’affetto degli amici, dai locali, dalle attività sportive; insomma viene ridotta drasticamente la socializzazione. Inoltre, uno degli aspetti più emblematici dei tempi del Covid-19 è quello della rinuncia a progettare il futuro, condizionati da una atmosfera opprimente. È triste dirlo, ma a loro rimane un’unica certezza, saranno infatti i giovani che dovranno pagare i debiti contratti dallo Stato per far fronte alla pandemia.
Per me, dunque, si è reso prioritario rendere meno duri gli effetti sociali e psicologici della pandemia sui giovani, con interventi finalizzati all’ascolto e al supporto.
Pertanto, ho proposto al consiglio comunale di invitare la cittadinanza tutta, le scuole, le Associazioni, le Aziende private e chiunque interessato, a presentare dei progetti per individuare nuove e più attuali forme di socializzazione, per i nostri giovani, attività per i bambini ed anziani da attuare nelle aree che il Comune ha a disposizione.
Affrontiamo uniti questa sfida e transitiamo le categorie più “fragili” con meno danni possibili, verso quello che io mi auguro sia un futuro prossimo free-covid.