SIENA. Dopo le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare nel reperire la quantità necessaria di dosi dei vaccini, che ha prodotto un rallentamento sostanziale nella campagna vaccinale della popolazione, finalmente veniamo a conoscenza che, nel mese di marzo dovrebbe essere previsto il superamento dell’attuale fase di penuria. Quindi sarà più che mai opportuno organizzare un piano vaccinale che in qualche modo rivoluzioni la gestione delle prenotazioni, la distribuzione, la somministrazione e soprattutto eviti i disagi e la disorganizzazione che i cittadini hanno dovuto subire.
Alcune regioni, tra cui la regione Lombardia, hanno innovato coinvolgendo attori come le Poste Italiane. Prendendo ad esempio questa esperienza che sembra rispondere con efficacia ed efficienza alle esigenze di una facilitazione nelle prenotazioni, anche in Toscana si potrebbe concordare con la stessa Azienda, una nuova piattaforma che potrebbe comprendere quattro modalità:
ü per le persone con maggiori conoscenze informatiche potrebbe rimanere il portale come strumento principale;
ü per le persone con scarse conoscenze tecnologiche, bisognerebbe attivare un call center efficiente, sottolineiamo efficiente, che dia adeguate risposte e guidi l’utente
ü anche gli uffici postali, considerata la rete capillare con la quale sono distribuiti specialmente nella nostra regione, dovrebbero avere una funzione di sensibilizzazione e conoscenza;
ü sempre utilizzando la rete delle poste, i postini che raggiungono le località rurali, anche le più impervie, dovrebbero svolgere un ruolo di assistenza alla prenotazione.
Risolto questo problema, anche per la somministrazione bisognerebbe predisporre nuovi strumenti come l’implementazione dell’attuale rete individuando nuove ubicazioni. In questo caso è utile ricordare alcune, esperienze che hanno visto le chiese protagoniste. Il parroco di Mendicino, in provincia di Cosenza, ha messo a disposizione la parrocchia di S. Pietro allestendo “un’area di vaccinazione”.
A noi sembra un’ottima idea, perché le chiese dispongono essenzialmente di alcune caratteristiche funzionali per svolgere tale compito; infatti sono normalmente prive di barriere architettoniche, hanno ampi locali, hanno entrate ed uscite separate e spesso sono servite da parcheggi. La Toscana e la nostra città hanno molti luoghi di culto, che potrebbero fare al nostro caso (2474 in Toscana e 156 nella sola Arcidiocesi di Siena); analizzati questi dati, una soluzione che coinvolga le chiese toscane potrebbe essere sperimentata attraverso un accordo quadro fra il Presidente della Regione ed il presidente della Conferenza Episcopale della Toscana. Per quanto riguarda Siena, analogo accordo potrebbe essere sottoscritto, tra il Comune e l’Arcidiocesi in sintonia con le direttive della Protezione Civile e della ASL competente.
Riteniamo, che in questa fase così delicata, si debbano individuare tutte quelle soluzioni che ci consentano di uscire quanto prima da questa crisi sanitaria che c’ha investito, provocando danni rilevanti al tessuto socio-economico della nostra comunità.
Alfredo Monaci – presidente Associazione Siena Ideale
Davide Ciacci – consigliere comunale Nero su Bianco