Azimut ha archiviato il 2020 riuscendo ad assorbire l’impatto sui mercati finanziari della diffusione del Covid-19, registrando ricavi per 1.053,8 milioni (+0,4% a/a) e un utile netto di 381,7 milioni (+3,2%). Sia i ricavi che l’utile netto si sono attestati a livelli record nella storia del gruppo.
“Avere conseguito risultati straordinari in un contesto complesso come quello dell’anno scorso dimostra ancora una volta la forza del nostro modello di business integrato, votato esclusivamente alla gestione di soluzioni di investimento e alla consulenza finanziaria”.
È con queste parole che Pietro Giuliani, presidente di Azimut, ha commentato i risultati del 2020.
“Archiviamo il 2020 con un utile netto di 382 milioni segnando un nuovo record storico e con la soddisfazione di avere mantenuto le attese dei nostri clienti, ai quali abbiamo offerto un rendimento medio ponderato netto negli ultimi due anni di +14 per cento.
“Questi risultati riflettono il valore delle scelte strategiche che abbiamo compiuto nel tempo e grazie alle quali oggi siamo l’unico operatore di matrice italiana che tramite una
presenza internazionale distribuita su 17 Paesi del mondo opera sui mercati finanziari in tempo reale 24h su 24.
Siamo inoltre il primo player del mercato domestico ad aver avviato una importante diversificazione su nuove asset class, quali quelle alternative legate all’economia reale, dove abbiamo già raggiunto 2,2 miliardi di masse dai 600 milioni dello scorso anno.
Un percorso che negli ultimi dieci anni ci ha permesso di quadruplicare l’utile netto, dai 94 milioni del 2010 ai 382 milioni di oggi, e il patrimonio totale gestito, cresciuto da 16 a quasi 70 miliardi di euro ad oggi, e che guiderà la crescita del gruppo anche nei prossimi anni”, ha aggiunto il manager.
Il totale ricavi si è attestato a 1.053,8 milioni (+0,4% a/a). Tutte le componenti sono risultate in crescita con l’eccezione delle commissioni variabili che, a causa dell’andamento dei mercati nella prima parte dell’anno, sono scese a 149 milioni (-27,8%).
Le commissioni ricorrenti sono cresciute a 773,5 milioni (+2,8%), i ricavi assicurativi a 101,7 milioni (+43,1%) e gli altri ricavi a 29,5 milioni (+52%).
Il gruppo ha realizzato una stretta sui costi di acquisizione a 356,3 milioni (-6,2%), che ha permesso al margine lordo di salire a 697,4 milioni (+4,1%).
In aumento i costi operativi a 240,8 milioni (+7,2%), soprattutto per via delle nuove iniziative di sviluppo, con la componente relativa al personale a 114,9 milioni (+6%) e quella relativa agli altri costi a 125,9 milioni (+8,4%).
Sulla base di tali dinamiche il reddito operativo è cresciuto a 456,7 milioni (+2,5%).
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 381,7 milioni (+3,2%).
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre 2020 la posizione finanziaria netta risulta positiva per 30,5 milioni (negativa per 83,8 milioni al 30 giugno 2020 e positiva per 73 milioni al 31 dicembre 2019). Nel 2020 sono state fatte acquisizioni e investimenti per circa 168 milioni, sono state acquistate azione proprie per 45 milioni e sono stati erogati dividendi ordinari per circa milioni in cash.
La voce include anche versamenti per circa 69 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.
Fonte MarketInsight