L'intervento di Pisanu, presidente della Commissione parlamentare Antimafia conferma quanto sostenuto da Ipazia
ROMA. «Abbiamo trovato ampi riscontri a ciò che era già chiaro prima di questa missione. Le mafie italiane si stanno, in forme diverse rispetto alle regioni d’origine, radicando sempre più nel centro-nord Italia, nel resto d’Europa e addirittura oltre oceano». A dirlo, questa volta, non è Ipazia Preveggenza Tecnologica, ma il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Pisanu, in risposta alle dichiarazioni del prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, per il quale, a Milano, «la mafia non esiste». La mafia, anzi, la ‘drangheta, invece, a Milano c’è, afferma Pisanu. E la mafia, la criminalità organizzata, c’è ovunque, come a Milano finanza ed economia vivono una stagione florida, che genera appetiti, e intrecci, spesso oscuri e invisibili, con la politica, l’imprenditoria, il commercio, la finanza e l’alta finanza, e talvolta perfino con organismi deviati dello Stato, come lo stesso Pisanu ha dichiarato a proposito delle stragi di mafia del 1992-’93. Le forme di infiltrazione criminale nel tessuto sociale sono diverse. Tra le principali vanno citate certamente il riciclo di denaro “sporco” e gli appalti, soprattutto di grandi opere. Tra i magistrati in prima linea a Milano nella lotta alla criminalità organizzata c’è Ilda Boccassini, che ha riferito sulla situazione milanese alla Commissione guidata da Pisanu, insieme ad altri colleghi, come Ferdinando Pomarici. Alla Boccassini, proprio per quest’impegno, Ipazia Preveggenza Tecnologica aveva dedicato un atto di stima pubblico nel mese di gennaio scorso (sul sito www.ipaziapreveggenzatecnologica.it).
Il tema della legalità, anche come prevenzione delle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni pubbliche e nei centri nevralgici dell’economia e della finanza territoriali, è stato uno dei “cavalli di battaglia” della campagna valoriale di Ipazia Promos Onlus a Siena, come pure della campagna elettorale di Gabriele Corradi e della Coalizione che lo ha sostenuto (Liste Civiche Senesi, Lista per Corradi Sindaco, Nuovo Polo per Siena). In uno dei manifesti-messaggi alla città, Gabriele Corradi ha dichiarato: «Nei prossimi cinque anni, in Italia, si giocherà la partita della legalità. Si dice che le mafie, ancora, siano lontane da Siena, dalla sua cultura e dalle sue attività produttive. Bene. Come cittadino è mia volontà impedire ogni forma di inquinamento criminale del nostro territorio». Corradi non potrà tener fede all’impegno che si era assunto qualora fosse stato eletto sindaco, e cioè, «vigilare, in accordo con le istituzioni preposte, perché alle mafie non venga il desiderio di occultare le loro ricchezze nella nostra città». Questo compito spetterà all’Amministrazione neo eletta con grande consenso dei senesi. E a coloro che, come Ipazia PT, dotati di buona volontà civile, non rinunceranno a svolgere il legittimo, e doveroso, potere-servizio di controllo che è il presupposto e la condizione necessaria per far vivere e crescere una sana e autentica democrazia. Tutti noi, cittadini, vigileremo.