Amato, Bassanini, Boselli, Rosi Bindi ed anche Padoan... e ora Conte
di Mauro Aurigi
SIENA. Prima di tutto: Conte non può essere eletto in rappresentanza di uno o più partiti: lo vieta la Costituzione (art. 67: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione (non un partito, nda) ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Praticamente in Italia, su questo versante, abbiamo sempre violato la Costituzione.
Secondariamente (ma forse prima di tutto): Siena deve candidare al Parlamento i senesi, non i soliti venuti giù con la piena. Ma ve lo ricordate il salvataggio dei socialisti Franco Bassanini, Giuliano Amato, Enrico Boselli e della democristiana Rosi Bindi, tutti e quattro sepolti al Nord nel 1994 dalle macerie del Psi e della Dc a causa di Tangentopoli?
Furono una vera iattura. Li riesumarono – anche se nessuno si era accorto della loro scomparsa e meno che mai ne aveva pianto – per ordine del “compagno democratico” D’Alema (sì, proprio quello col cappotto di cammello, il cane di razza alla moda, le scarpe da 1000 euro, lo yacht al mare, la villa in campagna e i vigneti di pregio). Candidati e eletti al Parlamento (Amato anche al governo) proprio qui a Siena, dove evidentemente l’elettore del Pci-Pds-Ds-Pd, che li ha subito votati a scapito di candidature locali, è il più tonto del Paese.
E’ così che Bassanini, per ringraziare i senesi dell’elezione, vara le sue leggi che ci hanno finalmente restituito quel podestà che una guerra persa aveva sconsideratamente abolito. Ed è così che Amato e Bassanini hanno ringraziato i senesi tornando a Siena (proprio a Siena!) a dirci impudicamente e restando seri: ”Ora vi insegniamo noi come si fa la banca!” (lo ripeto: proprio a Siena!). E fu la privatizzazione del Monte. Tutta la tragedia successiva è dipesa da quella privatizzazione (termine che, sia chiaro ha la sua radice in “privare”). E pensare che “podestà” come Piccini e Cenni – dipendenti della Banca! – si fecero pure convincere, sposando spensieratamente la fantasiosa tesi che il Monte privatizzato e gestito alla Bassanini e alla Amato fosse parecchio meglio. S’è visto come è andata a finire.
E poi Padoan! Si fece eleggere al Senato a Siena e poi nessuno l’ha più visto neanche per un ringraziamento formale. Ma ora tornerà a Siena, perché se n’è andato all’UniCredit, sì proprio in quella banca che dovrebbe sottrarci definitivamente il Monte. Ma possiamo essere più sciaborditi?
Mi dispiace, anzi non mi dispiace per niente, per gli strateghi che sono intervenuti a favore di Conte che grazie a Siena potrebbe essere il futuro “leader” (traduzione letterale del tedesco “Führer” e dell’italiano “duce”). Io mi batterò affinché in Senato ci vada un senese cogli attributi, anche se dispero che a Siena ce ne sia almeno uno.