Dopo i due Gasol anche Calderon veste la maglia dei blaugrana
di Enrico Campana
SIENA. Lunedì a New York si farà l’ultimo tentativo per trovare un accordo fra i proprietari e i Giocatori della NBA per il contratto collettivo, ma salvo un miracolo dell’ultima ora il Commissioner David Stern comunicherà ufficialmente la cancellazione delle prime due settimane della stagione, la cui partenza è prevista il 1° novembre. L’ipotesi è dunque di una ripartenza del campionato professionistico il 15 dicembre. Questo scenario ha favorito altri ingaggi part-time da parte dei club europei. In particolare il Barcellona è diventata a tutti gli effetti una squadra della NBA dopo la disponibilità a vestire la maglia degli ex campioni d’Europa dei fratelli Pau e Marc Gasol (rispettivamente sotto contratto con i Lakers e Memphis), mentre sabato ha firmato l’accordo anche Josè Manuel Calderon (Toronto), che peraltro stava già lavorando col trainer della squadra catalana.
Questi colpi fanno sì che Siena giocherà il 10 novembre, per il 4° turno di Euroleague, la partitissima del Girone D contro il un Barcellona versione NBA. I senesi debuttano in Euroleague il 19 ottobre a Kazan contro i campioni di Eurocup, poi affrontano il 27 e il 2 o 3 novembre in casa rispettivamente Olimpia Lubiana e Galatasaray, quindi – dopo la trasferta in Spagna – concluderà il girone d’andata (certamente il meno difficile se non vogliano definirlo il più facile con i debuttanti del Kazan, un’Olimpia ridimensionata e la sorprendente squadra turca arrivata dalle qualificazioni).
Tramontata un “Kobe Night Supershow” il 12 ottobre per un Virtus-Benetton come anticipo della gara di campionato del 27 dicembre, Sabatini – contestato duramente da un esponente politico locale per l’inopportunità di questo colpo, criticato anche dal presidente del CONI Petrucci in un’intervista a Sky – tiene aperte alcune ipotesi: possibilità di un’amichevole-show in data da decidere a Bologna, ma anche un accordo per 10 gare per 3 milioni di euro. Ipotesi però mal vista dal sindacato giocatori della NBA che vuole presentarsi unito allo scontro, e che non deflette dal 53 per cento dei ricavi contro il 50 per cento massimo che i proprietari vogliono garantire loro per sospendere la serrata (lock-out) iniziata il 1° luglio.
Siena ha ribadito il no a un Bargnani a tempo, ormai su una posizione chiara, mentre Roma ha nominato come vicepresidente operativo Sergio D’Antoni, il politico-sindacalista a suo tempo ex presidente della società e della Lega, che potrebbe riuscire a chiuderela trattativa con la star italiana di Toronto. Quello del Mago, come è soprannominato, è certamente l’ingaggio più oneroso fra i tre tenori italiani della NBA, in quanto ha un contratto in essere di 42 milioni di dollari (10 all’anno per 5 anni) e solo come copertura assicurativa costerebbe circa 600 mila euro. Più la cifra d’ingaggio. Ma non scherza nemmeno Gallinari, che ufficialmente costa 120 mila euro al mese, in realtà è un testimonal di Emporio Armani e il suo ingaggio quindi figura nei bilanci della multinazionale, cosa assolutamente lecita perchè il capitolo sponsorizzazioni – che ha ormai 20 anni – vive sul do ut des avendo commesso l’errore Giuliano Amato di non trovare una risorsa alternativa, quando portò la schedina da 200 a 1200 lire per colonna e fu il crollo dell’autonomia economica del CONI. Al grande Mario Pescante presidente del CONI suggerii una forma di finanziamento alternativa, ma il presidente del CONI fa le funzioni di capo dello sport italiano solo se lo vuole la politica. Questo senza dare giudizi negativi sui vari presidenti, vogliamo scherzare parlando di un Onesti, dello stesso Pescante o di un garantista come l’avvocato Gattai, che fu appunto la principale vittima del decreto legge del Dottor Sottile, che – a 20 anni di distanza – viene riproposto come il risanatore dei nostri conti.
SIENA. Lunedì a New York si farà l’ultimo tentativo per trovare un accordo fra i proprietari e i Giocatori della NBA per il contratto collettivo, ma salvo un miracolo dell’ultima ora il Commissioner David Stern comunicherà ufficialmente la cancellazione delle prime due settimane della stagione, la cui partenza è prevista il 1° novembre. L’ipotesi è dunque di una ripartenza del campionato professionistico il 15 dicembre. Questo scenario ha favorito altri ingaggi part-time da parte dei club europei. In particolare il Barcellona è diventata a tutti gli effetti una squadra della NBA dopo la disponibilità a vestire la maglia degli ex campioni d’Europa dei fratelli Pau e Marc Gasol (rispettivamente sotto contratto con i Lakers e Memphis), mentre sabato ha firmato l’accordo anche Josè Manuel Calderon (Toronto), che peraltro stava già lavorando col trainer della squadra catalana.
Questi colpi fanno sì che Siena giocherà il 10 novembre, per il 4° turno di Euroleague, la partitissima del Girone D contro il un Barcellona versione NBA. I senesi debuttano in Euroleague il 19 ottobre a Kazan contro i campioni di Eurocup, poi affrontano il 27 e il 2 o 3 novembre in casa rispettivamente Olimpia Lubiana e Galatasaray, quindi – dopo la trasferta in Spagna – concluderà il girone d’andata (certamente il meno difficile se non vogliano definirlo il più facile con i debuttanti del Kazan, un’Olimpia ridimensionata e la sorprendente squadra turca arrivata dalle qualificazioni).
Tramontata un “Kobe Night Supershow” il 12 ottobre per un Virtus-Benetton come anticipo della gara di campionato del 27 dicembre, Sabatini – contestato duramente da un esponente politico locale per l’inopportunità di questo colpo, criticato anche dal presidente del CONI Petrucci in un’intervista a Sky – tiene aperte alcune ipotesi: possibilità di un’amichevole-show in data da decidere a Bologna, ma anche un accordo per 10 gare per 3 milioni di euro. Ipotesi però mal vista dal sindacato giocatori della NBA che vuole presentarsi unito allo scontro, e che non deflette dal 53 per cento dei ricavi contro il 50 per cento massimo che i proprietari vogliono garantire loro per sospendere la serrata (lock-out) iniziata il 1° luglio.
Siena ha ribadito il no a un Bargnani a tempo, ormai su una posizione chiara, mentre Roma ha nominato come vicepresidente operativo Sergio D’Antoni, il politico-sindacalista a suo tempo ex presidente della società e della Lega, che potrebbe riuscire a chiuderela trattativa con la star italiana di Toronto. Quello del Mago, come è soprannominato, è certamente l’ingaggio più oneroso fra i tre tenori italiani della NBA, in quanto ha un contratto in essere di 42 milioni di dollari (10 all’anno per 5 anni) e solo come copertura assicurativa costerebbe circa 600 mila euro. Più la cifra d’ingaggio. Ma non scherza nemmeno Gallinari, che ufficialmente costa 120 mila euro al mese, in realtà è un testimonal di Emporio Armani e il suo ingaggio quindi figura nei bilanci della multinazionale, cosa assolutamente lecita perchè il capitolo sponsorizzazioni – che ha ormai 20 anni – vive sul do ut des avendo commesso l’errore Giuliano Amato di non trovare una risorsa alternativa, quando portò la schedina da 200 a 1200 lire per colonna e fu il crollo dell’autonomia economica del CONI. Al grande Mario Pescante presidente del CONI suggerii una forma di finanziamento alternativa, ma il presidente del CONI fa le funzioni di capo dello sport italiano solo se lo vuole la politica. Questo senza dare giudizi negativi sui vari presidenti, vogliamo scherzare parlando di un Onesti, dello stesso Pescante o di un garantista come l’avvocato Gattai, che fu appunto la principale vittima del decreto legge del Dottor Sottile, che – a 20 anni di distanza – viene riproposto come il risanatore dei nostri conti.