Il ricordo del sindacalista e politico democristiano scomparso lo scorso 9 febbraio
SIENA. Scrivere di Franco Marini non è possibile. Possiamo immaginare di averlo ancora al nostro fianco, apparentemente scanzonato, invece scevro da adulazioni o da servilismi.
Anche quando è arrivato ad un metro dalla massima carica dello Stato non ha mai perso la schiettezza e l’umiltà.
Il sindacalismo cattolico con lui è diventato interprete ed interlocutore dei cicli della società italiana. Ha interpretato la necessità dei bisogni coltivando la giustizia e l’equità. Mai timido coi potenti, mai ingannevole con le platee.
La verità, e solo quella, era il suo veicolo di vita. Non ha mai rinnegato il principio che il popolo è il “datore di lavoro” dei sindacalisti e dei politici.
Comprensivo ma non remissivo, ci faceva orgogliosi di essere suoi amici sia nella CISL che nella Democrazia Cristiana.
Non averlo più tra noi è una tristezza immensa perché ci sentiamo orfani della sincerità con la quale ci spronava quando ci coglieva la stanchezza o lo scoraggiamento. La menzogna nel suo vocabolario non c’è mai stata.
Vogliamo ricordarlo come uomo pubblico privo di accomodamenti o calcoli.
Il nostro impegno, oggi, circondati da tranelli, inganni e bugie, non si allontanerà mai dalla strada che lui ha indicato.Questo è l’onore che dobbiamo tributargli.
Questa, ora, è la nostra amicizia.”
ASSOCIAZIONE CONFRONTI