SIENA. Continuano le reazioni alla pubblicazione della lista dei siti destinati a raccogliere scorie nucleari. In provincia di Siena sono state scelte due località in Valdorcia, notoriamente patrimonio Unesco.
La petizione su change.org
Sulla questione delle aree potenzialmente idonee per il deposito nazionale di rifiuti nucleari, gli abitanti della Val D’Orcia non hanno tardato a far sentire la loro voce: attraverso una petizione online, hanno espresso un No univoco alla possibilità di trasferire le scorie nella Val D’Orcia. L’appello, lanciato su Change.org da Tommaso Scali e rivolto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in soli 3 giorni ha già superato le 8mila firme.
“La Val d’Orcia e tutta la zona che la circonda è da sempre l’esempio di un’armoniosa integrazione tra Uomo e Natura ed è inaccettabile anche solo pensare di spezzare questo legame con dei rifiuti tossici”, si legge nel testo dell’appello online. “Il comune di Pienza è Patrimonio dell’UNESCO e quello di Trequanda è stato il primo comune toscano a essere riconosciuto paesaggio rurale storico. Infangare la nostra tradizione e la nostra terra con questi rifiuti è una cosa che noi cittadini non possiamo permettere”.
Il contatore delle firme, intanto, continua a crescere.
LINK ALLA PETIZIONE: Change.org/
LINK AD ALTRE PETIZIONI SUL TEMA: www.change.org/t/no-scorie-
Pubblichiamo di seguito gli interventi arrivati in redazione.
Maria Concetta Raponi (FI – responsabile provinciale “Azzurro Donna”)
Federazione provinciale del Partito Comunista
SOGIN ci riprova, questa volta con il beneplacito del Ministero dello Sviluppo Economico e quello all’AMBIENTE. La società statale che si occupa della dismissione degli impianti e dei rifiuti nucleari presenti nel nostro Paese ha presentato la Carta nazionale dei siti potenzialmente idonei ad essere individuati come deposito delle scorie nucleari di media intensità. Ci avevano già provato nel 2003 quando avevano individuato prima Scansano Jonico in Basilicata e poi le miniere del Sulcis in Sardegna, le lotte delle popolazioni locali avevano impedito questo scempio.
Oggi vengono individuati 67 siti potenziali suddivisi tra PIEMONTE, TOSCANA, LAZIO, BASILICATA, PUGLIA, SICILIA e SARDEGNA, aree in parte già colpite dall’inquinamento come il basso alessandrino o altre ad alta vocazione agricola, come la Val d’Orcia, la Maremma, la Tuscia o la Marmilla, il Sarcidano in Sardegna o l’area tra Basilicata e Puglia. Tutto ciò senza alcun coinvolgimento dei lavoratori e dei cittadini. Facciamo anche presente che sempre tra la Val d’Orcia e l’Amiata Senese è in progetto la costruzione della mega centrale geotermica della società Sorgenia (senza contare le altre già presenti in numero considerevoli) con tutte le annesse problematiche derivanti dal fatto della massiccia presenza di Mercurio nel sottosuolo Amiatino e dalle sostanze tossiche che le centrali emettono:
Anidride Carbonica (CO2) 517.287 tonnellate
Metano (CH4) 12.282 tonnellate
Ammoniaca (NH3) 563 tonnellate
Acido Solfidrico (H2S) 314 tonnellate
Mercurio (Hg): 154 kg
Arsenico (As) 68,3 kg ,
quindi da anni il territorio è sottoposto ad inquinamento del terreno, dell’aria, delle falde acquifere e quasi certamente delle falde acquifere termali, aggiungendo che il bacino idrografico dell’Amiata rifornisce di acqua quasi tutta la Toscana con incalcolabili conseguenza per la vita dei cittadini e dei lavoratori. Per quanto riguarda Campagnatico il sito individuato è vicino all’alveo dell’Ombrone, con i gravi rischi di natura idrogeologica che ciò comporta. Peraltro, si tratta di un’area soggetta a subsidenza, frane, smottamenti e fenomeni di precarietà ed instabilità dal punto di vista geologico. Altro neo il progetto di ripristino delle cave di Pietratonda utilizzando i gessi rossi, anche in questo caso gravi sarebbero le ricadute dal punto di vista dell’inquinamento sull’ambiente. Quindi, oltre alla nostra contrarietà in relazione alla costruzione d’impianti di stoccaggio di scorie nucleari, visto che sarebbe possibili ospitare tali residui negli impianti già esistenti sul territorio nazionale (basterebbe un adeguata ristrutturazione), ove per esempio sono state presenti le armi nucleari, individuare un deposito di scorie nucleari tra Trequanda e Pienza e cioè nelle immediate vicinanze delle centrali geotermiche Amiatine già presenti e con un’altra più grande di tutte le altri in progetto o per quanto riguarda Campagnatico con le annesse problematiche idriche, geologiche ed inquinanti è da ritenersi, a nostro parere, un gesto sconsiderato.
Come Partito Comunista rigettiamo questo ennesimo gesto di arroganza della Sogin, avallato dal GOVERNO PD/ M5 Stelle, siamo a fianco delle popolazioni delle aree individuate come deposito scorie nucleari e siamo pronti a lottare al loro fianco contro chi vuole distruggere il futuro di intere comunità. Riteniamo anche che le alzate di scudi dei Sindaci PD/M5S (o all’opposizione secondo i casi), siano solamente fuffa. Pensiamo, infatti che appartenere ad un partito, nel vero senso del termine, significa conoscerne ogni aspetto, ogni manovra, ogni decisione e condividerla, salvo il fatto di lasciare e terminare l’esperienza. Ci chiediamo che partiti siano questi, ove in casi del genere, nessuno conosce nessuno, ove nessuno sa niente, ove ci si fa la guerra l’un con l’altro ma la cosa più triste è che accade tutto per finta, è tutta una facciata. Chi è il pazzo che si scaglia contro il proprio partito che è maggioranza regionale e nazionale (caso PD) che lui stesso a contribuito a rafforzare? Un martire….La Federazione Toscana del Partito Comunista e le Federazioni Provinciali dei territori inclusi nel progetto sono presenti e difenderanno in ogni sede il diritto universale alla vita. E ORA DI SMETTERLA DI VIOLENTARE IL NOSTRO PAESE! Socialismo o Barbarie!”.
I Parlamentari Toscani di Forza Italia, Stefano Mugnai, Maurizio D’Ettore ed Elisabetta Ripani .
“Abbiamo appreso dagli organi di stampa nazionale che è stata pubblicata sul sito della Sogin la Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito delle scorie radioattive nazionali. Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al parco. Come annunciato dalla stampa, sono 67 le aree idonee individuate in Italia per i rifiuti radio attivi ed esse sono comprese all’interno di 7 regioni italiane: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia Tra i siti individuati nella nostra regione, la Carta ne riporta uno tra i Comuni di Pienza e Trequanda ed un altro a Campagnatico in provincia di Grosseto. Tutto ciò non solo ci indigna ma ci lascia interdetti e ci chiediamo come tutto questo sia possibile. Vorremmo ricordare al Governo Conte che il Ministero delle politiche agricole ha riconosciuto il “Paesaggio rurale storico di Trequanda, Pienza e la Val d’Orcia e tali luoghi sono stati inseriti dall’Unesco nel patrimonio mondiale dell’Umanita'”. Tutte zone, come è noto, a vocazione agricola con produzioni di alta qualità contraddistinte da marchi DOP, DOCG, DOC, che insieme al turismo rappresentano eccellenze e valori economici e sociali che difenderemo con ogni mezzo. Altre aree, anche in provincia di Grosseto, devono altresì essere valutate sotto il profilo del rischio idraulico. È una scelta, quella del governo nazionale, priva di senso e del tutto irragionevole che pare anche presentare profili di illegittimità; – una decisione assunta da chi non sa cosa siano e cosa rappresentino questi luoghi. Noi daremo battaglia in tutte le sedi Istituzionali, Regionali e Nazionali, e se necessario di fronte all’Autorità giudiziaria competente, per dire il nostro NO ad un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi a Pienza, Trequanda e Campagnatico, realtà ad alto pregio ambientale, paesaggistico e rurale.
Siamo pronti come Forza Italia ad una forte campagna di sensibilizzazione politica sui territori Toscani interessati al fine di coinvolgere Associazioni e popolazioni interessate per reagire con decisione alle scelte del Governo. Una campagna di ascolto che porti l’Esecutivo Nazionale a rivedere rapidamente certe scelte affrettate ed illogiche ed al limite della liceità. La Toscana e le sue Terre non possono diventare discarica italiana dei veleni radioattivi. E’ opportuno che tutti i Comuni interessati siano coinvolti in appositi tavoli di confronto realmente “aperti” ad ogni istanza, senza preclusioni ideologiche. L’unità istituzionale della Toscana sarà fondamentale per tutelare in sede nazionale gli interessi dei cittadini toscani”.
Montepulciano in Azione – Giorgio Masina
“Montepulciano in Azione esprime preoccupazione a seguito della notizia dell’individuazione di un’area quale possibile sito per l’ubicazione del deposito unico nazionale per lo smaltimento di scorie nucleari al confine tra i Comuni di Pienza e Trequanda, al confine del Parco della Val D’Orcia ed a pochissima distanza dal territorio poliziano.
Gli Azionisti poliziani sono fortemente contrari all’indicazione dell’area come individuata in quanto non tiene minimamente conto del fatto che la vocazione naturale ed unica fonte di sostentamento dell’area a cavallo tra la Val d’Orcia, la Valdichiana e le Crete, Patrimonio Unesco, siano il turismo e l’enogastronomia.
“Poiché è irrealistico che proprio quel sito venga prescelto tra i 67 possibili siti individuati in tutta Italia, magari mettendo a rischio anche il riconoscimento Unesco, non si capisce il motivo dell’inserimento con tanta leggerezza nella lista, causando con il solo annuncio, un danno d’immagine, non sono per il nostro territorio, ma per l’Italia all’estero, di cui nel momento in cui occorre immaginare la ripartenza dopo la pandemia, proprio non si sentiva il bisogno”, dice Giorgio Masina, referente del gruppo di Montepulciano in Azione.
L’indicazione nella lista, magari anche fondata sotto l’aspetto strettamente tecnico-geologico, non solo non considera la vocazione turistica e agricola di qualità della zona, ma neppure la viabilità, che allo stato attuale è disastrosa. “Nell’ipotesi in cui davvero venisse scelto tale sito, assente ogni collegamento ferroviario, su quali strade dovrebbero viaggiare gli automezzi che trasporterebbero il cemento e gli altri materiali per costruire l’enorme deposito? E su quali strade viaggerebbero invece i tir che successivamente vi porterebbero le scorie? – continua Masina -. Chiunque conosca la nostra terra in questione, si rende conto che l’ipotesi è avulsa dalla realtà.
Azione è immune dalla sindrome di NIMBY (acronimo di “Not in my backyard”, ovvero “non nel mio cortile”) che affligge tanti movimenti più o meno populisti in giro per l’Italia e purtroppo ben presenti anche in Toscana, comitati che si oppongono a priori a qualsiasi progetto di sviluppo anche infrastrutturale che attraversi i territori nei pressi di casa loro (NO TAV, NO TAP, ecc.). Azione, anche nella sua articolazione poliziana, è convintamente favorevole a progetti seri di sviluppo e alla realizzazione di infrastrutture, anche di respiro nazionale, sul nostro territorio, in accordo con gli enti locali per favorire una migliore integrazione con il tessuto locale. Azione è consapevole dunque della necessità dell’individuazione di un sito nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari, adempimento su cui purtroppo l’Italia è in forte ritardo; “nello specifico, se fosse stata proposta una soluzione diversa, sarebbe stato possibile analizzarla nel merito. Purtroppo, invece, il sito individuato nella nostra zona è totalmente irragionevole e quindi irricevibile”.
Luca Sani (PD)
“Comprendo e condivido le preoccupazioni dei territori toscani presenti nella lista di Sogin per il deposito nazionale di scorie nucleari ma l’individuazione delle aree potenzialmente idonee è soltanto una prima selezione di zone con determinati parametri morfologici, sismici, ambientali e demografici. Sicuramente un seconda ed approfondita cernita escluderà luoghi al altissimo pregio naturalistico, ambientale, agricolo e turistico come la Val d’Orcia e la Maremma. Ogni scelta successiva sarà basata ragionevolmente su altri parametri e concertata con le comunità locali e gli enti territoriali. La scelta della sede del deposito sarà ampiamente concordata e non calata dall’alto. Per questo, in questa fase, è utile ricondurre la discussione al livello che merita, evitando allarmismi e strumentalizzazioni di ogni genere”.
Montemagni e Ulmi (Lega)
“Abbiamo già espresso, nelle ore immediatamente successive alla notizia che indicava in Campagnatico, Pienza e Trequanda come possibili sedi per ospitare scorie nucleari, la nostra totale disapprovazione a tale ipotesi – affermano Elisa Montemagni ed Andrea Ulmi, consiglieri regionali della Lega – e chiederemo, pertanto, tramite una specifica mozione, all’Aula di esprimere con forza il proprio dissenso di fronte a questa improvvida determinazione. A questo punto-proseguono i Consiglieri-le parole di biasimo non sono più sufficienti, ma è doveroso che la Regione si muova celermente nelle sedi istituzionali preposte, dichiarando ufficialmente la completa indisponibilità a ricevere, sull’intero territorio regionale, questi particolari rifiuti.” “Ovviamente, in primis-precisano gli esponenti leghisti-occorre, dunque, preservare le tre località del grossetano e senese che sarebbero state individuate, ma, parimenti, bisogna essere fermi nel rispedire al mittente qualsiasi alternativa, che coinvolga altre nostre località, eventualmente proposta dalla Sogin.” “Insomma-concludono i rappresentanti della Lega-dal Consiglio regionale deve, quindi, partire un preciso messaggio di totale indisponibilità ad un’operazione che comporterebbe gravi e complesse problematiche per i luohi prescelti.