ROMA. Babbo Natale è da sempre il mito di piccoli e grandi. Entrato da secoli nell’immaginario collettivo, è una figura senza la quale il Natale perde la sua magia. Non importa a quale religione si appartenga, ancor meno se si è credenti o agnostici: il Natale è la festa dell’anno per eccellenza e tutti la notte della Vigilia aspettiamo l’arrivo di Babbo Natale.
Per comprendere le origini di questo mito, l’Università Telematica Niccolò Cusano ha realizzato un’infografica grazie alla quale è possibile ripercorre le tappe principali, dalle origini fino ai giorni nostri.
Chiamato con nomi differenti – Santa Claus, Saint-Nicolas, Père Noël, Sinterklaas, – il mito di Babbo Natale ha origini molto antiche. In Occidente, leggenda, storia e folklore affondano le loro radici nel IV secolo d.C. a Myra (l’attuale Demre, Turchia). Qui viveva San Nicola, fervente sostenitore e difensore della fede Cristiana. Si narra che il Vescovo utilizzò il patrimonio ereditato dai genitori per dispensare, senza farsi mai vedere, cibo e denaro. Ora calando i beni dal camino ora dalle finestre. Vi dice nulla?
Salvò, inoltre, tre sorelle dalla prostituzione donando al padre tre sacchi d’oro, affinché l’uomo potesse pagare i suoi debiti e dare a ciascuna delle sue figlie una dote; riportò in vita cinque bambini rapiti ed uccisi brutalmente da un oste. Eventi questi che, per modalità e per indole, portarono ad individuare nella persona di San Nicola la figura di Babbo Natale. Anche nell’aspetto il Santo si presentava come un uomo anziano, dallo sguardo amorevole, con la barba bianca e il mantello rosso.
Nel Medioevo la storia di San Nicola inizia a diffondersi in tutta l’Europa assumendo sfumature diverse a seconda della cultura in cui si era radicata. Da qui la pratica dello scambio dei doni divenne una consuetudine che cadeva nel giorno della sua nascita, il 6 Dicembre.
Con la riforma protestante, nel 1597, la figura di San Nicola inizia a perdere parte della sua cristianità pur mantenendo il suo aspetto e la sua indole provvidenziale. Anche il nome cambia – Samichlaus, Sinterklaas o Santa Claus – ma solo in termini di traduzione.
Lo scambio dei doni continua ad essere una tradizione praticata. In alcuni popoli, come gli olandesi, nella notte del 5 dicembre “San Nicola”, in groppa al suo cavallo bianco, distribuisce doni ai bambini buoni, mentre i bimbi cattivi devono vedersela con il suo peloso e cattivo servitore. In Belgio, Polonia, Lussemburgo e Francia del nord lo scambio dei doni avviene il giorno successivo. Anche in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige) la tradizione segue la stessa linea.
Il distacco dalle sue radici cristiane è rinvenibile nel 600 in Inghilterra. L’evoluzione da San Nicola a Babbo Natale trasforma il mito cambiando finanche le connotazioni estetiche. La figura si trasforma in un uomo barbuto, grasso e vecchio, con addosso un mantello verde ornato di pelliccia. Anche a livello temporale assistiamo ad uno slittamento dal 6 dicembre alla notte di Natale. Santa Claus diventa lo spirito della bontà del Natale perdendo il suo animo cristiano.