Le parole della moglie. L'11 dicembre i funerali nella basilica di Vicenza
SIENA. Era ricoverato da tempo al policlinico di Siena Paolo Rossi, campione del mondo nel 1982 in Spagna con la Nazionale azzurra di calcio. Rossi, 64 anni, era gravemente malato ed è morto per un cancro ai polmoni. Era ricoverato da dieci giorni alle Scotte, dopo la diagnosi di tumore comunicatagli a primavera.
La salma si trova all’obitorio delle Scotte, dove è allestita la camera ardente. Domani il feretro sarà trasferito a Vicenza, dove si terranno le esequie.
Le parole di Federica Cappelletti
Federica Cappelletti, moglie del calciatore parlando con i giornalisti poco fuori dell’obitorio ha detto: “Una persona unica Paolo. Non è facile riassumere in poche parole tutto quello che è stato. Una persona unica, piena di ottimismo anche nei momenti più difficili, una persona grande ma allo stesso tempo semplice. Una persona che mi ha insegnato tanto valori belli e li ha insegnati alle nostre figlie quelle che poi io cercherò di portare avanti. Io dico che dopo Paolo Rossi si sopravvive. Quindi cercherò di fare questo, di portare avanti i nostri progetti e di crescere le nostre figlie con i valori che lui avrebbe voluto”. Cappelletti ha sottolineato come Rossi fosse “una persona che sapeva parlare allo stesso modo con i capi di Stato ma anche con le persone che incontravamo al supermercato. Questo era Paolo e questa la sua grandezza. Preferisco pensare che sia un arrivederci”.
“Fare a meno di lui è veramente tanto – ha aggiunto – ma dovrò farlo, gliel’ho promesso. Nel momento in cui stava morendo non se ne voleva andare e io l’ho abbracciato forte e gli ho detto “Paolo, adesso vai, hai sofferto troppo. Staccati, lascia questo corpo e vai. Io crescerò le bambine e porterò avanti i nostri progetti. Tu hai fatto anche troppo”: si è addormentato in quel momento. Lo riporteremo in Toscana. Faremo la cerimonia e la camera ardente a Vicenza che era la sua città. Poi lo farò cremare in accordo con il figlio perché me lo voglio tenere sempre vicino”.
Il cordoglio di Giani
“Con profondo cordoglio e commozione, a nome mio personale e della Regione Toscana, mi associo al dolore della famiglia per la scomparsa di Paolo Rossi, il più grande calciatore toscano e uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi. Quei tre gol al Brasile ai mondiali del 1982, che aprirono la porta alla conquista del titolo da parte degli azzurri, sono rimasti nella storia del calcio mondiale. Rossi era toscano di Prato. Il suo nome è indissolubilmente legato alla squadra del Lanerossi Vicenza che, da neopromossa, portò a sfiorare lo scudetto nel 1978. Alla moglie Federica e ai figli giunga la vicinanza non solo della Regione ma di tutto il popolo toscano”. Ed ancora: “Troveremo sicuramente il modo per rendere un degno omaggio alla memoria e al valore di questo grande uomo di sport”.
Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nell’apprendere la notizia della scomparsa di Paolo Rossi, avvenuta in nottata all’età di 64 anni.
Paolo Rossi era nato a Prato il 23 settembre 1956. Soprannominato Pablito per le sue giocate alla brasiliana ed i suoi gol straordinari, è passato alla storia del calcio per le reti ai campionati del mondo del 1982 in Spagna dove, oltre a condurre l’Italia alla vittoria finale dopo aver eliminato l’Argentina di Diego Maradona e il Brasile di Zico Arthur Coimbra, si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere del torneo. Nello stesso anno vinse il Pallone d’oro. L’Uefa, la confederazione calcistica europea, lo ha inserito nella lista dei migliori calciatori di sempre.
Cittadino onorario di Vicenza, Rossi ha vinto uno scudetto con la Juventus ancora nel 1982, il suo anno di grazie e della sua rivincita dopo la squalifica per calcioscommesse, e ha fatto sognare il titolo di campione d’Italia, nel 1980, anche al Perugia. Insieme a Roberto Baggio ed a Christian Vieri detiene il record italiano di marcature ai mondiali con nove gol. E’ stato inoltre il primo giocatore ad aver vinto nello stesso anno il campionato del mondo, il titolo di capocannoniere del mondiale e il Pallone d’oro. La sua città natale, Prato, ha ospitato il “Pablito great italian emotions”, la mostra ufficiale dedicata a lui e all’Italia del 1982 organizzata dal Comune di Prato insieme alla Prato Promozione con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Prato. Anche all’apice del successo è rimasto sempre legato alla società dilettantistica di Prato, il Santa Lucia, dove da ragazzo mosse i suoi primi passi da calciatore.