Lo scienziato è però convinto che la vaccinazione sia l'unica strada percorribile per liberarci del virus
di Augusto Mattioli
SIENA. “Sono contrario alla vaccinazione obbligatoria. Quando siamo costretti a obbligare qualcuno a fare una cosa, vuol dire che non siamo stati capaci di convincerlo”. Sono le parole di Rino Rappuoli, coordinatore del MAD Lab di Toscana Life Sciences di Siena, dove è in corso la ricerca sugli anticorpi monoclonali, parlando con giornalisti a margine della presentazione della campagna di crowfounding promossa da Unicoop Firenze per sostenere la ricerca, per la quale sono già stati raccolti in pochi giorni circa 140 mila euro.
“Secondo me – sottolinea lo scienziato -, questa pandemia ha già causato troppi morti e un disastro economico. Se la vaccinazione è la soluzione per uscirne non riesco a capire come una persona possa dire io non me la faccio. Riguardo a ciò che si legge nei social contro i vaccini me lo spiego molto poco, perche vuol dire che la gente non sta pensando a cosa stiamo andando incontro. Ripeto, abbiamo una pandemia, un disastro economico, aumentano i disoccupati, le famiglie si impoveriscono, abbiamo una soluzione e si dice: non mi vaccino! Mi sembra strano”.
Secondo il ricercatore senese, “abbiano la grande fortuna che i vaccini stiano arrivando. Ne abbiamo tanto bisogno, perché l’unico modo per liberarci da questa pandemia sarà appunto la vaccinazione, saranno gli anticorpi monoclonali e spero altri farmaci che verranno più in là. I vaccini cominceranno ad arrivare penso a gennaio anche in Italia – ha precisato Rappuoli – non ne avremo subito a disposizione per tutti. Quindi dovremo dare priorità a delle categorie che dovremo vaccinare sempre su base volontaria: spero che la gente si renda conto di quale fortuna è avere un vaccino in questo momento. Cominceremo dalle persone più a rischio, più fragili, anziani, case di riposo e operatori sanitari”.
“La terza ondata della pandemia più che ipotizzabile secondo me è una certezza. In questo momento – ha proseguito il ricercatore – abbiamo avuto una seconda ondata. Siamo partiti a settembre da qualche centinaio di casi al giorno e ora ne abbiamo ventimila, quindi la base per ripartire con la terzaondata è molto più grande. La prossima potrebbe essere molto peggio di quella che abbiamo avuto adesso, a meno che nel prossimo periodo non ci comportiamo bene e facciamo diminuire i casi”.