di Annalisa Coppolaro
E’ senz’altro interessante notare che la percentuale di donne che giocano a scacchi è molto più bassa di quella degli uomini – ma le nuove generazioni, che vedono un grosso interesse per questa disciplina, insegnata anche nelle scuole, mostrano un più alto interesse di entrambi i sessi, cosa che si sta già riflettendo nei risultati a livello nazionale come le qualificazioni per il torneo italiano Under 16 che si tiene a Courmayeur a fine giugno. Sono diverse le bambine che partiranno per questo importante appuntamento.Ma se nel 1400 alle corti italiane il gioco degli scacchi era praticato da uomini e donne allo stesso modo, e inframmezzato di momenti come la musica ed il cibo, se le donne scacchiste appaiono nei dipinti di questo periodo, poi bisognerà aspettare il 1900 inoltrato per ritrovare un numero di donne più alto tra chi pratica lo sport.Come per molte cose, esistono delle ragioni anche storiche per cui adesso, e da secoli, assistiamo al predominio maschile attorno alla scacchiera.“Vi sono varie teoria in materia – dice Mario Leoncini, scrittore senese autore di ‘’Scaccopoli -Le mani della politica sugli scacchi’’ e vicepresidente della Federazione Scacchistica Italiana – ma di certo il motivo per cui le donne non giocarono più a scacchi per molti secoli va trovato nel cambiamento delle regole del gioco a fine 1400. Prima una partita poteva durare anche tutto il giorno, ed era un momento di incontro tra donne e uomini a corte. Poi quando il gioco divenne più veloce ed uscì dalle corti per approdare nelle taverne, e divenne anche oggetto di scommesse, le donne ovviamente non vi presero più parte non potendo frequentare le taverne stesse. Solo a fine 800, quando in Inghilterra ed altrove nacquero i primi movimenti di liberazione femminile, iniziarono a nascere anche i primi circoli femminili di scacchi, e il ‘900 ha visto il gioco tornare nel mondo femminile, fortunatamente’’.E infatti, in questi ultimi anni, vi sono state scacchiste che addirittura si trovano nei primi dieci posti mondiali dei grandmaster. Il caso più clamoroso è senz’altro quello delle sorelle Polgar, tre ragazze ungheresi che sono divenute famose, soprattutto Judit, entrata appunto tra i più grandi al mondo. Forse per sfidare lo stereotipo degli uomini sempre primi negli scacchi, il padre delle sorelle Polgar, uno psicologo, decise infatti di “sperimentare” su di loro alcune tecniche per vedere se sarebbero divenute grandi matematiche oppure grandi scacchiste. Scelse la seconda opzione, in quanto, con il sistema dei punti ELO, usati internazionalmente, è possibile misurare le capacità di uno scacchista mentre è senz altro più complesso quantificare i risultati nel settore della matematica…
Come ci ricorda Leoncini, vi sarebbe molto da dire rispetto ai motivi culturali, sociali, ma anche genetici, che predispongono o meno i due sessi al gioco degli scacchi. Una teoria suppone che si tratti di competitività, qualità ricollegabile alle quantità del testosterone maggiormente presente negli uomini. Al torneo delle Contrade a Siena quest anno, tanto per fare un esempio, su 50 partecipanti nella sala delle Lupe del palazzo Pubblico vi erano solo tre donne (tra cui chi scrive)…Un torneo entusiasmante.
Ma forse le Regine di Siena riusciranno a sfatare i molti miti che girano intorno alle donne scacchiste, grazie alla passione ed ad un allenamento costante. “Lo speriamo davvero, e ci stiamo lavorando, sorride Francesca Maria Sensi. In fondo nel Rinascimento grandi artiste quali Sofonisba Anguissola si dilettavano a giocare a scacchi mentre studiavano filosofia e letteratura. Già una donna pittrice a corte scandalizzava abbastanza, figuriamoci una che giocava a scacchi…”.
E ora che Siena, con un grande convegno in giugno, corsi di scacchi alla Mens Sana, tornei continui al Cral come quello regionale giovanile andato benissimo per i senesi, e corsi di scacchi a scuola, si sta distinguendo a livello nazionale nel settore, anche la nuova squadra femminile potrebbe andare lontano…Basta sapere giocare ed amare questo sport. Le “ iscrizioni” alla squadra, presso il CRAl di via dei Termini 31, sono sempre aperte.