
SIENA. A causa dell’emergenza sanitaria dovuta alle infezioni da Coronavirus i trattamenti per i pazienti con epatite C si sono praticamente dimezzati rispett
“Come è noto – ha proseguito Marri – il lockdown ha portato alla sospensione di tutte le attività mediche non urgenti, con conseguenti ritardi nelle diagnosi. Adesso però bisogna recuperare il tempo perduto e affrontare il problema in maniera incisiva, coinvolgendo in modo omogeneo tutte quelle figure professionali che hanno un ruolo attivo nel trattamento dei pazienti con HCV”. In questo senso “fondamentale” è stato l’apporto del progetto HAND, che ha evidenziato “l’importanza di fare rete, mettendo in collegamento in modo fattivo i vari attori”, ha spiegato ancora Marri, che in questo modo “non sono più rimasti ‘isolati’, ognuno nelle proprie attività in ospedale o nei Ser.D., ma al contrario hanno avviato una collaborazione che con il tempo si è incrementata sempre di più”. Marri ha quindi voluto sottolineare un altro punto: “Sarà importante che in un futuro prossimo anche gli operatori dei Ser.D. possano diventare attori principali, insieme agli infettivologi e ai gastroenterologi, nel processo di diagnosi e cura dei pazienti con epatite C. Solo se portiamo avanti un lavoro di squadra, infatti, riusciremo ad ottenere i risultati che ci aspettiamo”.
Per raggiungere l’obiettivo che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dettato all’Italia, cioè eliminare l’infezione da HCV entro il 2030, e’ intanto fondamentale ripartire con gli screening. Per questo la comunita’ degli esperti di HCV la scorsa settimana ha accolto con grande entusiasmo la notizia della firma dello schema di decreto per lo screening nazionale gratuito per il virus dell’epatite C da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza. La bozza di decreto, che ha ricevuto anche l’avallo del ministro dell’Economia e delle Finanze, sarà inviata alla Conferenza delle Regioni.
“La firma del ministro è un importante passo in avanti – ha commentato Marri – Ora spetterà alle Regioni attuare i decreti per poter utilizzare i fondi messi a disposizione. Quello che ci auguriamo è che le Regioni possano svolgere un’azione comune, non andando in venti direzioni diverse, perché questo è fondamentale. Successivamente sarà altrettanto importante che le Regioni mettano in atto, tutte allo stesso modo, una processo di semplificazione del trattamento dei pazienti con epatite C. In questo senso, sarà importantissimo avere a disposizione uno strumento rapido di diagnosi come i test salivari – ha concluso – soprattutto quando ci troviamo di fronte a soggetti HCV positivi e tossicodipendenti, oppure a carcerati”.