SIENA. Da Cgil e Spi Cgil Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Le vicende legate alla pandemia da Covid-19 in diverse RSA presenti nella nostra provincia obbligano ad una riflessione sull’importante tema dell’assistenza rivolta agli anziani.
Nel nostro Paese il problema dell’invecchiamento dovrebbe essere centrale, visto che l’aspettativa di vita supera ampiamente gli 80 anni e la percentuale degli ultra 65enni va oltre il 23% della popolazione. L’esperienza di questi mesi ci dice purtroppo che gli anziani non sono stati sufficientemente protetti: l’80% dei decessi da Covid-19 riguarda ultra 65enni; nelle residenze a loro dedicate in Toscana si sono verificati circa 1500 contagi tra gli ospiti, con oltre 200 decessi, di cui gli ultimi due nella nostra provincia proprio ieri, a Radda in Chianti. Le tante persone morte nella totale solitudine all’interno delle RSA hanno messo in luce tutte le criticità del sistema delle case di riposo, oltre alle tante inchieste della Magistratura che hanno evidenziato inefficienze, abusi, lavoratori sottopagati e dequalificati.
Urge quindi un deciso ripensamento sull’organizzazione di queste strutture e sui controlli in merito al livello di assistenza assicurato agli ospiti, ma al tempo stesso è indifferibile il potenziamento dei servizi socio-sanitari sul territorio, da realizzarsi con rapide decisioni politiche e ancor più veloci concrete attuazioni in termini di prestazioni”.
Inoltre occorre un sistema di servizi a domicilio integrato che cerchi di evitare sino all’ultimo il ricovero nelle residenze, assicurando le migliori condizioni per poter continuare a rimanere con i propri affetti, nella propria abitazione, sviluppando servizi residenziali rivolti ai soggetti più fragili: mense sociali, pasti a domicilio, lavanderia, telemedicina, supporto ai necessari spostamenti; nonché un incremento di una nuova tipologia di abitazioni ove sviluppare il co-housing (condominio sociale).
Per un rafforzamento dei servizi socio sanitari di prossimità di tipo domiciliare la ASL Toscana Sud Est deve quindi realizzare anche nella nostra provincia le Case della Salute e luoghi per le cure intermedie, tralasciando di spendere soldi pubblici per un nuovo poliambulatorio nel capoluogo, una scelta che contrasterebbe con l’improrogabile esigenza dell’aumento della sanità sul territorio.