Alcuni istituti toscani hanno deciso: 100% didattica a distanza, andando oltre alla già cospicua quota del 75% disposta dalla Regione
TOSCANA. Ma siamo pronti per la Didattica a Distanza? Secondo noi, no. E neppure secondo i tanti cittadini che lamentano problemi, disagi e impossibilità di collegamento. Senza considerare il vulnus sull’utilizzo di piattaforme private come Microsoft Teams o Google Classroom, come abbiamo già sottolineato nei nostri precedenti comunicati stampa e stigmatizzato di recente anche dall’ex ministro dell’Istruzione Fioramonti[1].
Ci sono ancora oggi ampie zone della nostra Regione non servite dalla Banda Larga (basta dare uno sguardo ai cantieri aperti, e quelli ancora da aprire, sul sito di OpenFiber). Altre zone non coperte neppure dal segnale 4G/LTE, rendendo di fatto impossibile collegarsi alla Rete a una velocità accettabile per poter seguire una lezione in videoconferenza.
Ci sono poi quelle zone servite magari dal servizio ADSL, le cui prestazioni sono però talmente scadenti da renderne impossibile l’utilizzo per la teledidattica o lo smartworking.
Riteniamo prioritario che le Istituzioni si attivino in tempi rapidissimi per colmare questo importante, e pesante, gap infrastrutturale. Che si unisce a tutti gli altri fattori del c.d. “digital divide”, tra cui ricordiamo i fattori economici e culturali.
Non è un caso se l’indice DESI –Indice di digitalizzazione dell’economia e della società– strumento mediante cui la Commissione Europea monitora la competitività digitale degli Stati membri, vede da anni l’Italia agli ultimi posti: la classe Politica nostrana, forse troppo impegnata a riempirsi la bocca di roboanti proclami, dimentica che c’è una ampia fetta del Paese che fatica e arranca anche solamente per aprire una pagina web. Con enormi conseguenze economiche e culturali.
Toscana Pirata