L'Italia all'11° posto nel mondo
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Calo dell’11% degli investimenti in energie rinnovabili nel 2013 secondo la pubblicazione di Ernst & Young “Renewable Energy Country Attractiveness Index”, l’indice che classifica 40 paesi in base al loro potenziale. In questa graduatoria, in cui svettano gli Stati Uniti, che ancora una volta si collocano ai vertici seguiti dalla Cina e dalla Germania, migliora anche la posizione dell’Italia, che per un solo posto non si classifica nella top ten dei Paesi che richiamano il maggior numero di investitori nel campo delle energie rinnovabili. L’Italia guadagna dunque l’undicesimo posto, recuperando una posizione rispetto all’anno precedente, anche grazie all’ottima posizione che conquista per l’attrattività nel settore geotermico (che dunque viene considerato nel novero delle “rinnovabili”, ndr). Il nostro Paese risulta infatti quarto in classifica per la geotermia e dunque un mercato molto invitante, contro il dodicesimo posto come mercato attrattivo per l’idroelettrico, l’undicesimo per il fotovoltaico, il quindicesimo per le biomasse e il ventiduesimo per l’eolico. L’anno in corso potrebbe portare nuova linfa al settore ma è necessario – spiegano gli estensori del rapporto – che i mercati si concentrino su alcuni fattori specifici.
«La diminuzione degli investimenti globali nel 2013 – spiega Andrea Paliani, Energy Leader di EY – riflette un altro anno complesso per il settore delle rinnovabili, che deve confrontarsi in particolare con l’incertezza politica che riduce l’interesse degli investitori in molti mercati. Allo stesso tempo riflette anche un settore maturo, in cui la riduzione dei costi per la tecnologia comporta requisiti di investimento inferiori e accresce il valore di un dollaro per megawatt di energia prodotta. Dobbiamo ora probabilmente focalizzarci su ciò che è necessario fare per massimizzare il risultato degli investimenti e della fase di sviluppo alla luce del fatto che l’energia rinnovabile sta diventando sempre più competitiva in termini di costi». Ma secondo Ernst & Young, anche la politica dovrà intervenire sui mercati dei paesi chiave, nell’ottica di uno sviluppo mirato: promuovere policy di regolamentazione lungimiranti, avviare pianificazioni pubbliche del mix energetico per far fronte all’instabilità dei mercati, incentivare allo stesso tempo l’iniziativa privata. (Fonte Geotermia News)
«La diminuzione degli investimenti globali nel 2013 – spiega Andrea Paliani, Energy Leader di EY – riflette un altro anno complesso per il settore delle rinnovabili, che deve confrontarsi in particolare con l’incertezza politica che riduce l’interesse degli investitori in molti mercati. Allo stesso tempo riflette anche un settore maturo, in cui la riduzione dei costi per la tecnologia comporta requisiti di investimento inferiori e accresce il valore di un dollaro per megawatt di energia prodotta. Dobbiamo ora probabilmente focalizzarci su ciò che è necessario fare per massimizzare il risultato degli investimenti e della fase di sviluppo alla luce del fatto che l’energia rinnovabile sta diventando sempre più competitiva in termini di costi». Ma secondo Ernst & Young, anche la politica dovrà intervenire sui mercati dei paesi chiave, nell’ottica di uno sviluppo mirato: promuovere policy di regolamentazione lungimiranti, avviare pianificazioni pubbliche del mix energetico per far fronte all’instabilità dei mercati, incentivare allo stesso tempo l’iniziativa privata. (Fonte Geotermia News)