Da un convegno l'idea di creare un numero dedicato per mettere in collegamento pazienti, medici generici e cardiologi
SIENA. Una rete che vede impegnati in prima linea ospedali e territorio. Un passo avanti importante per la gestione della patologia delle aritmie cardiache che può metter a rischio la vita di un paziente. Se ne è parlato sabato (1 settembre) al convegno “Rete per la gestione delle aritmie”, organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Siena, presso l’auditorium di Chianti Banca.
“Per la prima volta siamo tutti insieme grazie ad un tavolo che ha preso vita all’ordine dei medici – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Siena Roberto Monaco – abbiamo cercato di trovare scelte condivise che portassero ad un risultato positivo per il paziente. Oggi con il convegno mettiamo a confronto le nostre diverse esperienze, mettiamo la base per una rete che possa funzionare ottimizzando al massimo forze e risorse”.
Le premesse per una rete che unisca ospedali (Scotte, Nottola, Campostaggia, Abbadia) e territorio (118 e medici di medicina generale) ci sono.
“L’idea è quella di creare un numero dedicato attraverso il quale il medico di medicina generale possa segnalare il paziente con il cardiologo, allo stesso modo se la chiamata arrivasse al 118 il paziente cardiopatico andrebbe direttamente in cardiologia senza passare dal pronto soccorso. – spiega ancora Monaco – Inoltre gli ospedali periferici che hanno in carico pazienti che necessitano di procedure più avanzate, tramite la rete, potranno interloquire direttamente con le Scotte. In questo modo diventerebbe una procedura standard costruita per curare i pazienti con aritmie cardiache”.
“ La mia esperienza personale nella costruzioni di altri tipi di rete – spiega Roberto Favilli direttore del DAI cardio toracico delle Scotte, relatore al convegno – si basa soprattutto su rapporti di stima e credibilità tra professionisti dove questi abbiano la volontà di fare di più e di costruire qualcosa”.
Un ruolo importante all’interno della rete viene affidato ai medici di famiglia. “Il medico di medicina generale è una figura distribuita capillarmente su territorio – ha detto Marco Lorini medico di medicina generale – che conosce da vicino la storia clinica del paziente. La rete ci permetterà di abbreviare i tempi di diagnosi e terapia perché potremo usufruire di strutture altamente specialistiche che fino a pochi anni fa erano impensabili”.