Due dipendenti insegnano ai colleghi come tutelare la propria salute e dignità
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di Marco Sbarra
SIENA. Il fosco quadro che la dottoressa Bonfiglio dipinge, riguardo alle vessazioni ricevute dai dipendenti nell’Area Sud e Sicilia del Monte dei Paschi di Siena, non è riconducibile ad un caso isolato, perché possiamo tranquillamente estenderlo a tutto il tessuto lavorativo della banca senese: poiché l’amara verità è che il marcio è a Siena.
La consigliera di Pari Opportunità della Città di Napoli infatti constata che i suoi lodevoli sforzi di denuncia dei casi di mobbing non hanno trovato nei vertici del Monte la minima considerazione. Addirittura segnala che la banca ha pensato bene di dare spazio ad “atteggiamenti ritorsivi” nei confronti delle due coraggiose dipendenti di Napoli, procurando loro un aggravamento dello stato di salute.
Evidentemente il dottor Morelli, ex amministratore delegato del Monte dei Paschi, era troppo indaffarato a preparare le valigie per “scappare” da Piazza Salimbeni, ma vedrà, cara dottoressa Bonfiglio, che miglior sorte non le capiterà con l’attuale Ceo Bastianini, che è alle prese, tra le altre cose, con il rebus di trovare una banca in “affido” per l’orfanello Monte dei Paschi, che disperatamente sta cercando di racimolare risorse senza andare troppo per il sottile.
Qualcuno potrebbe obiettare che il Monte si è dotato di un inappuntabile Codice Etico, di una sublime Carta dei Valori e che ha fatto voto di osservare alla lettera il Mifid. Bene, quel qualcuno se si recasse in una qualsiasi filiale per osservare, si accorgerebbe che la realtà è un tantinello diversa.
Quei baldi controllori che tutto il giorno assillano gli impiegati con continue telefonate ed e mail intimidatorie per la vendita ai clienti di prodotti non sempre gigliati, lo fanno su indicazione, su input dei piani alti di Siena, dai quali ricevono pure la copertura per eventuali problemi sollevati dalla clientela o dai dipendenti. L’unico che rischia di rimanere con il cerino in mano è il gestore dipendente, il primo e l’unico a dover far fronte ad eventuali contestazioni da parte dei clienti..
Una delle due dipendenti citate nella lettera della dottoressa Bonfiglio è Giordana, delle cui vicissitudini scrissi due anni fa in un articolo dal titolo “Giordana e le sofferenze del mobbing”, pubblicato sul Cittadino online (leggi qui e qui).
Le incredibili vicissitudini patite dalla montepaschina ad opera della filiera dirigenziale da Napoli a Siena sono state, come riporta la consigliera di Pari opportunità, riconosciute e sanzionate dal Giudice del Lavoro, che ha condannato il Monte per mobbing e demansionamento, oltre che al pagamento di una discreta sommetta in risarcimento del danno biologico.
Qualcuno all’epoca mise in dubbio, con tono sprezzante, la veridicità delle fattispecie raccontate: meschinello, hai ricevuto la tua giusta mercede…
Ora, dopo una sentenza favorevole e tenuto conto dei danni alla salute subiti, in un mondo normale la situazione lavorativa di Giordana sarebbe dovuta migliorare e invece la filiera del management Napoli-Siena continua a discriminarla. Evidentemente Rocca Salimbeni, al di là di spot pubblicitari e dichiarazioni ipocrite, considera le persone, in questo caso dei dipendenti, come mere risorse da spremere, senza alcuna cura della loro dignità e salute.
Ma attenzione dottor Bastianini, stia in campana, perché Giordana sta sì soffrendo per le vessazioni ripetute, ma è un tipo assai tosto, che non molla di una virgola. Non mi meraviglierei che la sua vicenda venisse rappresentata anche presso altre sedi che contano, il che significherebbe, per la banca che ha l’onere di dirigere, un ulteriore aggravio di quel che resta (davvero poco peraltro) della sua immagine.
Da ultimo non posso non rilevare che quanto raccontato nella lettera aperta della consigliera di Parità inchioda alle proprie responsabilità i sindacati del Monte dei Paschi, che hanno lasciate sole le due dipendenti – così fan tutti -, venendo meno alla loro funzione istituzionale, che è quella di difendere i lavoratori dagli abusi compiuti dalla banca. Proprio non ce la fanno a fare la voce grossa contro la controparte di Rocca Salimbeni. D’altronde sono da capire, è da una vita che vanno a braccetto con il Monte, poverini, ricevendo in cambio favori e prebende e cosa vuoi pretendere? E tu dipendente che subisci vessazioni e pressioni abnormi, tu impiegato che vieni demansionato perché hai una coscienza e rispetti la clientela vendendo prodotti a norma Mifid, quando chiedete aiuto al sindacato, cosa vi sentite rispondere? “Tranquilli, ora ci penso io, ma mi raccomando continuate a lavorare senza far casino”. Risultato? Quando va bene esce il solito volantino di denuncia generica, senza nomi e cognomi, che serve solo a fare tappezzeria. E il lavoratore, bofonchiando, china la testa e sopporta, buttando giù pastiglie su pastiglie per combattere la frustrazione.
Montepaschino tartassato, quando ti deciderai a seguire l’esempio delle due colleghe di Napoli?