Ulteriori 6,5 miliardi di euro arriveranno dal programma quadro Horizon 2020
di Fabrizio Pinzuti
SIENA. Il 19 novembre il Parlamento Europeo, dopo nove mesi di negoziati tra i paesi membri, ha approvato il bilancio per il settennio 2014-2020 dell’UE (ridotto di 38,2 miliardi rispetto a quello relativo al periodo 2007-2013), in cui sono previsti investimenti di circa 23 miliardi per finanziare energie rinnovabili, smart grid, efficienza energetica. Il bilancio è stato votato a Strasburgo a larghissima maggioranza con 537 voti a favore e 126 tra contrari e astenuti; adesso, per l’approvazione definitiva, manca solo l’ultimo passaggio formale dinanzi al Consiglio UE. Degli oltre 900 miliardi di euro previsti complessivamente in bilancio (960 miliardi di euro in autorizzazioni di programmi, 908 in crediti di pagamenti), 23 miliardi saranno destinati al settore delle energie verdi e per la mobilità sostenibile e ulteriori 6,5 miliardi di euro arriveranno, per gli stessi settori, dal nuovo programma quadro Horizon 2020. Questi investimenti interverranno in un quadro normativo radicalmente trasformato rispetto al periodo di programmazione precedente. In particolare, gli stati membri sono chiamati a implementare la nuova direttiva sulle rinnovabili (2009/28/EC), che introduce l’obiettivo del 20% della produzione da rinnovabili entro il 2020 e l’obbligo di dotarsi di specifici piani nazionali d’azione; la direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (2010/31/EU), che introduce nuovi standard e riferimenti per le politiche del settore, come gli edifici ad impatto energetico quasi zero; la direttiva sull’efficienza energetica (2012/27/EU) che, tra le altre misure, stabilisce l’obbligo per i paesi membri di ristrutturare ogni anno il 3% degli edifici pubblici utilizzati dell’amministrazione centrale. I primi di novembre la Commissione Europea ha anche presentato una comunicazione attraverso la quale fornisce agli Stati membri orientamenti su come realizzare la maggior parte degli interventi e degli incentivi pubblici, come riformare quelli esistenti – in particolare i sistemi di sovvenzione delle energie rinnovabili – e come progettare in modo efficace nuovi interventi. «L’obiettivo finale del mercato è quello di fornire energia sicura e conveniente per i nostri cittadini e le imprese – aveva dichiarato il Commissario Ue all’Energia Günther Oettinger. L’intervento pubblico deve sostenere questi obiettivi, ma ha bisogno di essere economicamente efficiente e adeguato alle mutate circostanze». La Commissione ha ritenuto necessario fornire agli Stati membri le informazioni, l’orientamento e le indicazioni sulle migliori pratiche disponibili, perché convinta che interventi pubblici non adeguatamente progettati, potrebbero alterare il funzionamento del mercato e portare a prezzi più alti dell’energia sia per le famiglie che per le imprese. Riguardo i regimi di sostegno alle energie rinnovabili l’UE afferma che, ad esempio, se l’eolico e il solare sono state per lungo tempo nuove tecnologie che richiedevano un intervento dello Stato per il loro sviluppo, con il progresso tecnologico, i costi di investimento ridotti e la produzione di espansione, è giusto, come già fatto da molti Stati membri, avviare una riforma del settore. La direzione della riforma dovrebbe essere quella di limitarsi a rendere le energie rinnovabili competitive e quindi modulare gli incentivi così da rispondere al calo dei costi di produzione. Riguardo alle tecnologie, il supporto dovrebbe essere completamente rimosso, così da renderle gradualmente sottoposte ai prezzi di mercato. D’altro canto, per la Commissione UE, i governi devono evitare cambiamenti di regole senza preavviso o retroattivi e le legittime aspettative degli investitori, riguardo i rendimenti sugli investimenti esistenti, devono essere rispettate. Gli Stati membri dovrebbero inoltre coordinare meglio le loro strategie sulle energie rinnovabili per mantenere bassi i costi per i consumatori, in termini di prezzi dell’energia e delle imposte. Infine, sul tema dello stoccaggio dell’energia prodotta da rinnovabili, secondo l’UE prima di decidere su quali meccanismi di stoccaggio attivare, i governi dovrebbero analizzare le cause di una generazione energetica inadeguata e quindi rimuovere eventuali distorsioni che potrebbero impedire gli investimenti in sistemi di stoccaggio. I governi dovrebbero anche assicurare che da parte dei produttori di energia elettrica rinnovabile, in linea con i segnali del mercato, sia adottata una maggiore flessibilità dal lato della domanda, promuovendo, ad esempio, tariffe differenziate per i consumatori, con incentivi che inducano ad usare l’elettricità in momenti diversi dalle ore di punta. La comunicazione della UE non è un atto giuridicamente vincolante, ma la Commissione valuterà anche l’opportunità di proporre strumenti normativi per garantire che questi principi siano pienamente attuati (Fonte Rinnovabili & Territorio).