"Usare i social network per esporre chiunque ad una gogna di offese verbali omofoba è un reato penale come conferma la sentenza di Siena con la condanna degli autori"
SIENA. Viviamo in una società libera ed in particolare le nostre libertà di espressione, credo, orientamento sessuale e identità di genere, sono tutelate dalla costituzione. Che si vogliano mascherare offese violente e denigranti verso un altro essere umano etichettandole come bravate, crediamo sia gravissimo. Per questo la sentenza espressa dal giudice del Tribunale di Siena per le offese omofobiche rivolte a un manifestante del Gay Pride del giugno 2018 è un segnale molto importante. Soprattutto perché sono coinvolti persone che fanno politica e che ricoprono cariche pubbliche e istituzionali che dovrebbero al contrario dare esempio di comportamento corretto e di grande rispetto per ogni libertà di espressione. Usare i social network per esporre chiunque ad una gogna di offese verbali omofoba è un reato penale come conferma la sentenza di Siena con la condanna degli autori. Una sentenza importante che cade durante l’iter di approvazione della legge Zan, tesa al contrasto della violenza per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Ci auguriamo che sempre più cresca la consapevolezza che tutte e tutti abbiano diritto di vivere liberi dalla violenza e che sempre meno siano le sentenze di condanna da ora in poi perché una comunità di donne e uomini liberi si riconosce dalla valorizzazione delle differenze dal rispetto dell’altro da sé e dal contrasto ad ogni forma di discriminazione.
PD UNIONE COMUNALE DI SIENA
CONFERENZA DONNE DEMOCRATICHE CITTA’ DI SIENA