
SIENA. Anèys è una serie fotografica che nasce dall’incontro dello sguardo peculiare di Stefano Fantini sulla sua città e i pensieri sciolti di Alessandro Pagni su questioni che le stesse immagini, al livello conscio o inconscio, potrebbero sottintendere. Il risultato è uno scrigno con sedici cartoline senza un destinatario, dove luoghi specifici ben identificabili diventano teatri solitari e surreali (se non metafisici) per inquietudini senza soluzione.
Il formato quadrato, accompagnato da forme sintetiche, a tratti ideali, e neri vertiginosi come pozzi senza acqua, accentua un senso di altrove che dà ragione al flusso di coscienza che si srotola sul retro di ogni cartoncino.
Il titolo della serie nasce dal pretesto di inventare una “città invisibile” mai raccontata da Marco Polo al cospetto di Kublai Kan imperatore dei Tartari, nel capolavoro firmato da Italo Calvino. Una città che è lo specchio di Marozia, una delle città nascoste, un agglomerato urbano che è il negativo (inteso in senso squisitamente fotografico) di una città reale: il suo lato oscuro, controverso, dove predominano il vuoto, un silenzio di ghiaccio e contrasti violenti dentro cui si muovono, sotto una luce impietosa, poche figure erranti.
Anèys è la somma e la compenetrazione di due linguaggi diversi, che provano a instaurare un dialogo in modo assolutamente non didascalico, per liberare un intreccio di significati e suggestioni inediti, che vanno oltre le singole intenzioni delle parti che lo compongono.
Il lavoro ha due piani di lettura: uno più immediato, marcatamente estetico, che permette di godere di un portfolio di vedute originali, nuove e non banali, della città di Siena; l’altro più profondo, interpretativo, che va a scandagliare i sentimenti dei due autori, su alcuni tratti in chiaroscuro che la città talvolta manifesta.
Un cofanetto di cartoncino grigio, grezzo, prodotto artigianalmente, contiene le visioni e i pensieri dei due autori: un portfolio di 16 cartoline in bianco e nero impresse con stampa offset su carta spessa ed un libretto con testi in italiano ed inglese.
Fotografie di piccolo formato da un lato e pagina bianca dall’altro utilizzata dall’autore per scrivere a mano libera, annotare pensieri, fatti realmente accaduti o incipit di racconti futuri. Carte spesse da tenere in mano, con cui relazionarsi, per sentirsi il destinatario privilegiato di una “scatola del tempo” capace un giorno di parlare di noi e forse significare, al di là di noi.
Il cofanetto realizzato in soli 250 esemplari, numerati a mano, è disponibile presso la galleria Lombardi Arte in via di Beccheria 19 a Siena, dove, dal lunedì al sabato con orario 10-13 e 14.30-19.30, è possibile visionare anche le stampe fineart della serie Anèys.
Due brevi note sugli autori. Stefano Fantini, di Siena, titolare della galleria Lombardi Arte, affronta la fotografia da appassionato “esploratore di universi minimi, carichi di significati e poesia”. I suoi sono scatti istintivi, dettati dal momento di sensibilità personale che acuisce i sensi, forma una visione e trova, nella pratica fotografica una forma di terapia; Alessandro Pagni, di Lucca storico dell’arte, dal 2012 scrive su diverse piattaforme online. I suoi articoli sono usciti su Lavoro Culturale (http://www.lavoroculturale.org), Zest Today (http://zest.today) Without Musicians (https://withoutmusicians.it), Inchiostro Virtuale (http://www.inchiostrovirtuale.it) e sul periodico La Camera Chiara del circolo culturale La Bottega Dell’Immagine di Siena (https://issuu.com/bdi.siena). Suoi testi critici sono stati pubblicati nei volumi editi dalla Nobil Contrada del Bruco (“Palio Memorabilia: uno sguardo da dentro” 2014 e “Palio e Memorabilia: Ferruccio Malandrini. Siena. Il suo sguardo. Fotografo e collezionista” 2016) e nel catalogo edito da Lombardi Arte relativo alla mostra del fotografo Efrem Raimondi (“Portrait for sale” 2017).