Come combattere l'osteoporosi con una dieta adatta
di Antonio Vona*
SIENA. La maggior parte dei casi di osteoporosi si deve registrare fra le donne, intorno al periodo della menopausa: la minore quantità di estrogeni, gli ormoni che fino a quel momento hanno regolato i cicli mestruali, determina una ridotta attività della vitamina D nel facilitare l’assorbimento del Calcio alimentare e anche la sua incorporazione nelle ossa. Ma questo meccanismo non sarebbe sufficiente, da solo, a scatenare l’osteoporosi. La realtà è un poco più complessa, e coinvolge direttamente l’alimentazione. Proverò a spiegarla in poche righe: il Calcio è abbondante in molti cibi, e quindi il problema non sta affatto nel suo approvvigionamento, ma piuttosto nel trattamento esso che riceve nell’organismo. Per essere reso disponibile per il processo di assorbimento intestinale il Calcio alimentare ha bisogno di trovare una corretta acidità nello stomaco (attenzione! non confondiamola con l’acidità di stomaco, senso di bruciore); prima cosa da considerare è dunque che il vostro stomaco sia sufficientemente acido, per esempio che non abbia difficoltà digestive per scarsa capacità di produrre gli acidi gastrici, o piuttosto che la vostra alimentazione abituale lo renda poco acido; in entrambi i casi il più delle volte è possibile rimediare.
Un secondo fattore è l’interazione tra la vitamina D e gli estrogeni, come si diceva sopra: la vitamina D si fabbrica semplicemente esponendo la pelle al sole (e a Siena il sole non è mai del tutto assente, nemmeno d’inverno) oppure si ricava principalmente dalle uova, dal pesce, dal burro, persino dai funghi – ne servono quantità molto piccole; inoltre, per le donne in menopausa che non vogliono o non possono portare il ‘cerotto’, gli estrogeni, o meglio, alcune sostanze che ne mimano gli effetti, si possono trovare in vari tipi di vegetali che si dovrebbero trovare spesso sulla loro tavola: cavoli, cavolfiori, broccoli, ma anche soia, spinaci, ecc…
Sole e vegetali possono quindi facilitare l’assorbimento intestinale del Calcio, così prezioso per le ossa, e anche per le innumerevoli altre funzioni vitali dell’organismo.
Ma ancora non è finita: il Calcio deve arrivare alle ossa e lì deve essere incorporato; è proprio dalle ossa che l’organismo va ad attingere tutte le volte che ha bisogno immediato di Calcio e non ha il tempo di aspettare quello proveniente dall’alimentazione. Per penetrare nelle ossa il Calcio deve prima essere legato a sostanze particolari e insieme a queste viene poi inglobato in veri e propri cristalli che formano la struttura dell’osso. Tutto questo procedimento avviene modi, molto più efficacemente se i tessuti intorno all’osso non sono troppo acidi né infiammati.
Succede spesso, invece, che, anche a causa di una alimentazione sbagliata, l’intero organismo soffra di uno stato diffuso di infiammazione, che comporta un certo eccesso di acidità, quella stessa acidità che nello stomaco rendeva correttamente ‘disponibile’ il Calcio; è facile intuire, a questo punto, quel che succede: nei tessuti, similmente a ciò che succede nello stomaco, il Calcio diventa ‘disponibile’, il che vuol dire che le anche ossa lo cedono con ‘troppa facilità’ ad ogni richiesta, tanto che il corpo si trova addirittura costretto ad eliminarne l’eccesso con le urine. A tal punto il gua io è fatto, si deve correre ai ripari. Regolare l’alimentazione sui principi sopra illustrati è la maniera sicuramente più funzionale per prevenire e per curare l’osteoporosi, rendendo più efficaci le cure mediche.
*Biologo nutrizionista