di Enrico Campana
SIENA. Sembra il gemello di Morris Finley, le treccine, il viso simpatico e sorridente. Rappresenta la continuità della linea (vincente, confermo) del basket senese, quello di pescare fra gli emergenti delle leghe italiane o europee (i vari McIntyre, Stonerook, Domercant e lo stesso Finley) e trasformarli in stars motivate e motivanti, anziché puntare su giocatori “bruciati” o orfani della NBA.
Il baricentro del prossimo mercato di Siena sarà infatti David Moss, votato negli Oscar della stagione per la sua versatilità. Parliamo di un giocatore fondamentale per il 3° posto di Teramo che “coach of the year” (Capobianco) si era portato in Abruzzo da Jesi. Si tratta di un vero camaleonte del basket, in quanto può giocare in almeno 3 ruoli, e col suo metro e 94 difendere addirittura dall’1 al 4, cioè dal play al mezzo pivot!. Insomma, una sorta di “pietra filosofale”del basket, e il ricordo va a un leggendario giocatore-felino degli anni d’oro di Varese, Charlie Yelverton.
Il contratto con Dario Santrolli, il suo agente, sarebbe già in cassaforte. Teramo non può permettersi il lusso di confermare il giocatore, anche se ha lasciato il segno come persona (nei giorni del terremoto è andato a in ospedale a trovare la ragazza rimasta sotto le macerie per 24 ore). Il suo budget di Teramo è 7-8 volte inferiore a quello di Siena e i grandi club europei preferiscono giocatori già affermati e un talento come Moss. Il quale a Siena sarà quel giocatore di raccordo che dovrà sostituire Romain Sato, dato in partenza per la Spagna (Barcellona favorita rispetto a Madrid) e che porterà – raccontano gli agenti – nelle casse senesi un milione di euro. Questa infatti è la cifra del “buy out” per ottenere la liberatoria.
Il surfing su internet, riguardo al mercato di Siena, è davvero una lettura divertente, con tante curiosità, e sfuma anche nel campo dei sentimenti, normali nei confronti di una squadra che non perde mai. La voce di Moss in maglia senese è confermata dagli aficionados abruzzesi, i quali temono anche di perdere Beppe Poeta, che potrebbe essere la grande scommessa del club di viale Sclavo qualora si decidesse di fare cassa (leggasi un altro buy out) anche con Tyrrell McIntyre. Ci potrebbe essere, alla fine, anche una vera rivoluzione, e magari sarebbe una mossa saggia per esplorare una nuova politica, nel momento in cui la Virtus (Bologna) è stata messa in vendita per 300 milioni ma se nessuno l’acquista, come è probabile, passa al “Piano B”. Lo sostiene il suo proprietario, e quindi Siena sul mercato non ha concorrenti. Giorgio Armani deve ancora vedere chiaro sul futuro del basket e sulla propria realtà, mentre la Benetton va avanti per la sua strada, avendo Giorgio Buzzavo, ad di Verdesport, vinto oltre 60 trofei nelle varie discipline per andare a rincorrere il sogno aleatorio dell’unico titolo mancante, la Coppa dei Campioni.
Letto del ridimensionamento (a parole?) della Virtus e lo stretto sodalizio con Siena, non è escluso che arrivi a Siena il giocatore bolognese più prestigioso, Keith Langford, magari in cambio di Domercant e Finley (quest’ultimo solo se parte McIntyre). Nessun accenno al mercato di Siena riguarda invece coach Pianigiani, il quale fa collezione di record, anche se a volte, per la loro stranezza, sarebbero degni di comparire nel Guinness più dei titoli vinti. Ha vinto 2 scudetti su 2, vincerà anche il 3° con oltre il 90 per cento di vittorie, cifre che farebbero invidia anche a John Wooden e Bobby Knight, ma il lupaiolo è il grande trascurato dei concorsi popolari. Il protagonista dell’unico scudetto toscano dell’ultima stagione è stato dimenticato in occasione del Pegaso d’oro, l’Oscar dello sport della Regione e nessuno se lo fila (ubi maior minor cessat…). E se andasse via, e al suo posto arrivasse Capobianco (anche se si è letto che Siena andrebbe sul mercato straniero)?
Infine, questo il ritrattino veloce di “cat Dave”, Davide il gatto come lo chiamano a Teramo. E’ nato il 9 settembre 1983 a South Holland (Chicago). Terminato il liceo ha giocato a Indiana State ed è arrivato in Europa 3 anni fa, per giocare nella squadra polacca del Polpak Swiecie. Ingaggiato da Jesi nel 2007-2008 presentato come una scommessa, largamente vinta come quest’anno col salto dalla A-2 alla A-1 come il giocatore col maggior minutaggio (35’ a gara) in quando è in grado di sacrificarsi per la squadra e fare spettacolo. Mai visto uno che si segnala nella statistica in un arco di una decina di specialità, 1° quindi nel minutaggio (35,1), 6° nella valutazione (16.7), 9° nei rimbalzi difensivi (4,8), 13° nel totale rimbalzi (6,3), 14° nel tiro da 3 (47,3% come dire che può colpire a occhi chiusi avendo il dono della perfetta selezione del tiro), 17° nelle palle recuperate (2,1) e 23° nei punti segnati (13,4). Le sue cifre sono scese un po’ nei playoff, ma probabilmente si è adattato alle esigenze di squadra. Chiaramente un giocatore come lui ha bisogno di giocare molto per esprimersi. Diamo per scontato che con intervalli più brevi (le rotazioni scientifiche di Pianigiani, con 20 minuti a testa) sarebbe ugualmente utile, ma forse lui si divertirebbe meno.
SIENA. Sembra il gemello di Morris Finley, le treccine, il viso simpatico e sorridente. Rappresenta la continuità della linea (vincente, confermo) del basket senese, quello di pescare fra gli emergenti delle leghe italiane o europee (i vari McIntyre, Stonerook, Domercant e lo stesso Finley) e trasformarli in stars motivate e motivanti, anziché puntare su giocatori “bruciati” o orfani della NBA.
Il baricentro del prossimo mercato di Siena sarà infatti David Moss, votato negli Oscar della stagione per la sua versatilità. Parliamo di un giocatore fondamentale per il 3° posto di Teramo che “coach of the year” (Capobianco) si era portato in Abruzzo da Jesi. Si tratta di un vero camaleonte del basket, in quanto può giocare in almeno 3 ruoli, e col suo metro e 94 difendere addirittura dall’1 al 4, cioè dal play al mezzo pivot!. Insomma, una sorta di “pietra filosofale”del basket, e il ricordo va a un leggendario giocatore-felino degli anni d’oro di Varese, Charlie Yelverton.
Il contratto con Dario Santrolli, il suo agente, sarebbe già in cassaforte. Teramo non può permettersi il lusso di confermare il giocatore, anche se ha lasciato il segno come persona (nei giorni del terremoto è andato a in ospedale a trovare la ragazza rimasta sotto le macerie per 24 ore). Il suo budget di Teramo è 7-8 volte inferiore a quello di Siena e i grandi club europei preferiscono giocatori già affermati e un talento come Moss. Il quale a Siena sarà quel giocatore di raccordo che dovrà sostituire Romain Sato, dato in partenza per la Spagna (Barcellona favorita rispetto a Madrid) e che porterà – raccontano gli agenti – nelle casse senesi un milione di euro. Questa infatti è la cifra del “buy out” per ottenere la liberatoria.
Il surfing su internet, riguardo al mercato di Siena, è davvero una lettura divertente, con tante curiosità, e sfuma anche nel campo dei sentimenti, normali nei confronti di una squadra che non perde mai. La voce di Moss in maglia senese è confermata dagli aficionados abruzzesi, i quali temono anche di perdere Beppe Poeta, che potrebbe essere la grande scommessa del club di viale Sclavo qualora si decidesse di fare cassa (leggasi un altro buy out) anche con Tyrrell McIntyre. Ci potrebbe essere, alla fine, anche una vera rivoluzione, e magari sarebbe una mossa saggia per esplorare una nuova politica, nel momento in cui la Virtus (Bologna) è stata messa in vendita per 300 milioni ma se nessuno l’acquista, come è probabile, passa al “Piano B”. Lo sostiene il suo proprietario, e quindi Siena sul mercato non ha concorrenti. Giorgio Armani deve ancora vedere chiaro sul futuro del basket e sulla propria realtà, mentre la Benetton va avanti per la sua strada, avendo Giorgio Buzzavo, ad di Verdesport, vinto oltre 60 trofei nelle varie discipline per andare a rincorrere il sogno aleatorio dell’unico titolo mancante, la Coppa dei Campioni.
Letto del ridimensionamento (a parole?) della Virtus e lo stretto sodalizio con Siena, non è escluso che arrivi a Siena il giocatore bolognese più prestigioso, Keith Langford, magari in cambio di Domercant e Finley (quest’ultimo solo se parte McIntyre). Nessun accenno al mercato di Siena riguarda invece coach Pianigiani, il quale fa collezione di record, anche se a volte, per la loro stranezza, sarebbero degni di comparire nel Guinness più dei titoli vinti. Ha vinto 2 scudetti su 2, vincerà anche il 3° con oltre il 90 per cento di vittorie, cifre che farebbero invidia anche a John Wooden e Bobby Knight, ma il lupaiolo è il grande trascurato dei concorsi popolari. Il protagonista dell’unico scudetto toscano dell’ultima stagione è stato dimenticato in occasione del Pegaso d’oro, l’Oscar dello sport della Regione e nessuno se lo fila (ubi maior minor cessat…). E se andasse via, e al suo posto arrivasse Capobianco (anche se si è letto che Siena andrebbe sul mercato straniero)?
Infine, questo il ritrattino veloce di “cat Dave”, Davide il gatto come lo chiamano a Teramo. E’ nato il 9 settembre 1983 a South Holland (Chicago). Terminato il liceo ha giocato a Indiana State ed è arrivato in Europa 3 anni fa, per giocare nella squadra polacca del Polpak Swiecie. Ingaggiato da Jesi nel 2007-2008 presentato come una scommessa, largamente vinta come quest’anno col salto dalla A-2 alla A-1 come il giocatore col maggior minutaggio (35’ a gara) in quando è in grado di sacrificarsi per la squadra e fare spettacolo. Mai visto uno che si segnala nella statistica in un arco di una decina di specialità, 1° quindi nel minutaggio (35,1), 6° nella valutazione (16.7), 9° nei rimbalzi difensivi (4,8), 13° nel totale rimbalzi (6,3), 14° nel tiro da 3 (47,3% come dire che può colpire a occhi chiusi avendo il dono della perfetta selezione del tiro), 17° nelle palle recuperate (2,1) e 23° nei punti segnati (13,4). Le sue cifre sono scese un po’ nei playoff, ma probabilmente si è adattato alle esigenze di squadra. Chiaramente un giocatore come lui ha bisogno di giocare molto per esprimersi. Diamo per scontato che con intervalli più brevi (le rotazioni scientifiche di Pianigiani, con 20 minuti a testa) sarebbe ugualmente utile, ma forse lui si divertirebbe meno.