Il Comitato Sos Geotermia denuncia il pericolo
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata – ha nel suo programma anche l’impegno per un diverso modello di sviluppo basato sul territorio, la natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza. Tra queste anche la castagna che ha avuto il riconoscimento dell’IGP. E proprio sulla lotta – e sulle sue implicazioni amministrativo-politiche, sociali, economiche, oltre che biologiche – a un parassita che mette in pericolo la produzione del pregiato frutto, si incentra l’attenzione di Sos Geotermia, che esprime le sue preoccupazioni e proposte in un comunicato stampa dal titolo emblematico: “Castagneti amiatini: cronaca di una morte annunciata?”.
Eccone in sintesi il testo: “E’ desolante la primavera amiatina nei castagni come desolanti sono i commenti che, come nelle pestilenze medievali, provano ad esorcizzare il ‘castigo divino’ cercando capri espiatori buoni per ogni evenienza. Il ‘cinipide del castagno’, così come anche il ‘punteruolo rosso della palma’, sono niente altro che le conseguenze di una economia globalizzata fondata sul profitto di pochi delinquenti sulle spalle delle popolazioni di tutto il mondo; quando per aumentare il guadagno su un prodotto, e stiamo parlando anche di prodotti tipici italiani, si va a comprare a basso costo dall’altra parte del mondo, poi spesso con il prodotto ‘importiamo’ anche qualche sgradito ospite che qui da noi mai s’era visto e non fa parte della nostra catena ecologica. Dalla famosa zanzara tigre, (dalla varroa, parassita delle api ndr) via via, fino al cinipide del castagno che dal nord Italia, dove è comparso, è arrivato da noi; e ci voleva un indovino per sapere che sarebbe arrivato? Il ministero competente, la regione, gli enti territoriali come si sono preparati ad accoglierlo? O forse, nel bel Paese delle emergenze, aspettiamo la catastrofe così chiediamo lo ‘stato di calamità’ e ci danno qualche soldino? Come Sos Geotermia siamo stati tirati in ballo perché la nostra battaglia per l’Amiata non è solo contro il saccheggio delle centrali Enel, ma, come scritto nel nostro ‘manifesto’ e come andiamo proponendo in ogni occasione, anche per un diverso modello di sviluppo basato sul vero tesoro di questo territorio che sono la sua natura, le bellezze paesaggistiche e storiche, le produzioni agroalimentari d’eccellenza, tra cui, senza dubbio, vi è la castagna. Anche se fra noi ci sono proprietari di castagneti, non abbiamo la soluzione in tasca per il problema cinipide, però possiamo avanzare delle proposte usando il buon senso con cui abbiamo sempre affrontato i problemi. Ad oggi, ci dicono, l’unico rimedio che abbia efficacia, anche se sul medio/lungo termine, è il lancio dell’insetto antagonista del cinipide, ma che tale pratica risulti peraltro molto costosa; quindi abbiamo un problema immediato che è quello dell’uso dell’antagonista per fermare l’invasione e un problema di trovare nuove e diverse soluzioni, cioè di ‘ricerca’. Quindi significa che c’è bisogno di finanziamenti ‘importanti’ per l’acquisto e lancio dell’antagonista e per la ricerca. Non è ipotizzabile che siano i proprietari dei castagneti, quasi tutti a conduzione familiare, in grado di sostenere tali spese e, soprattutto, non è giusto che loro paghino per colpe di altri. Siamo peraltro allarmati dai rischi, naturali e non, legati ad un eventuale abbandono dei castagneti che provocherebbe un danno enorme al paesaggio, all’equilibrio floro-faunistico e all’assetto idrogeologico del territorio e potrebbe favorire gli appetiti dei soliti saccheggiatori con l’arrivo di centrali a biomasse, già previste nell’art.3 del recente protocollo firmato tra regione e Enel a seguito della delibera 58 del 29.01.2013, che si ‘mangerebbero’ i boschi. Che qualcuno non aspetti altro? Si metta quindi all’ordine del giorno una mobilitazione dell’intera montagna, cittadini e amministratori, per pretendere che la Regione ed il Governo stanzino i finanziamenti necessari. Sosterremo qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione ed, anzi, invitiamo sia l’associazione Castagna Amiata IGP che le forze politiche amiatine a promuovere altri incontri/assemblea con la popolazione per discuterne insieme ed avviare una forte campagna in difesa dei castagneti. Noi ci saremo”.