Presentato il progetto Diana della Regione: sotto osservazione Ricasoli a Montevarchi, Castel San Niccolò, il Monte Amiata e il Cornia
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FIRENZE. «Ben venga il nuovo progetto Diana della Regione Toscana, sarà uno strumento in più per conoscere le frane». Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana ha commentato così l’iniziativa di ricerca e sviluppo tecnologico portato avanti dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze e presentato nei giorni scorsi. In particolare il nuovo metodo ha consentito di avere un quadro più definito delle circa 92mila frane e dei 112mila ettari di aree in subsidenza, ovvero di quelle zone in cui il terreno si abbassa lentamente ma continuamente, per molteplici e non sempre individuate cause. L’iniziativa ha anche visto analisi approfondite in aree dove sono presenti fenomeni di dissesto geologico in atto, tra cui le frane che interessano l’abitato di Ricasoli nel comune di Montevarchi (Ar) e quello di Castel S.Niccolò (Ar), e i fenomeni di subsidenza del Monte Amiata e del bacino del fiume Cornia. «Una buona percentuale dei dissesti idrogeologici dell’ultimo inverno in Toscana avrebbe potuto essere evitata con una manutenzione ordinaria del territorio e con la dismissione di scelte urbanistiche, datate per lo più dal dopoguerra agli anni ’80, talmente folli da sembrare incredibili», commenta la presidente dei Geologi. «Noi come Ordine, lavoriamo da tempo tra i nostri associati per la sensibilizzare sulla prevenzione e sulla manutenzione del territorio con aggiornamenti costanti. Il nostro Ordine spinge perché vi siano più geologi nella pubblica amministrazione e in Regione e perché i professionisti siano messi in grado di lavorare. Questo perché siamo consapevoli che i geologi siano una figura di primo piano nella tutela del territorio. Quello che occorre è cercare una sinergia con gli enti locali ai quali noi siamo disponibili a offrire supporto. Occorre che la tutela del territorio sia prioritaria nelle scelte della politica».
E una prima risposta, seppur indiretta, è arrivata dall’onorevole Simone Segoni (M5S) laureato in Scienze geologiche, anche lui presente alla presentazione del progetto. «La politica deve ritrovare l’umiltà di indirizzarsi verso il benessere comune e di farsi guidare dalla scienza, ritrovando così il proprio senso originario: quello di Servizio per la comunità. Il compito più duro per la politica, a parte il reperimento di fondi, è quello di trovare il modo di non lasciare che i risultati delle ricerche siano inapplicati, tradurli in leggi utili per la comunità e per il territorio».