SIENA. Disponibile a Siena un nuovo approccio chirurgico per le fratture del femore. Il professor Pietro Maniscalco, insieme alla sua équipe composta dai medici Dario Gambera e Marzia Savoini, ha effettuato un innovativo intervento per il trattamento delle fratture del collo del femore su una paziente di 88 anni con osteoporosi grave.
“La novità – spiega il professor Maniscalco – consiste nell’associare alla classica riduzione e stabilizzazione con il mezzo di sintesi un particolare tipo di cemento che, in un primo momento, funge da collante andando poi a stimolare la formazione del callo osseo e trasformandosi, dopo due anni, in vero e proprio osso”.
Questo prodotto viene inserito direttamente nel mezzo di sintesi utilizzato fuoriuscendo poi da dei piccoli fori presenti nei punti di presa dell’osso.
“Questa procedura – continua Maniscalco – ha lo scopo di garantire una buona stabilità dell’impianto anche in quei pazienti affetti da osteoporosi grave, diminuendo sensibilmente i tempi di recupero delle capacità funzionali”.
L’innovativo intervento è stato realizzato anche grazie alla collaborazione con il professor Paolo Ferrata, direttore dell’Ortopedia Universitaria. La novità è in linea con gli obiettivi regionali, che attribuiscono notevole importanza al trattamento di queste patologie con particolare attenzione alla riduzione dei tempi di recupero dei pazienti, soprattutto anziani.
“La paziente – conclude Maniscalco – ha iniziato la deambulazione assistita già qualche giorno dopo l’intervento ed ora è tornata a casa con una discreta autonomia deambulatoria”.
“La novità – spiega il professor Maniscalco – consiste nell’associare alla classica riduzione e stabilizzazione con il mezzo di sintesi un particolare tipo di cemento che, in un primo momento, funge da collante andando poi a stimolare la formazione del callo osseo e trasformandosi, dopo due anni, in vero e proprio osso”.
Questo prodotto viene inserito direttamente nel mezzo di sintesi utilizzato fuoriuscendo poi da dei piccoli fori presenti nei punti di presa dell’osso.
“Questa procedura – continua Maniscalco – ha lo scopo di garantire una buona stabilità dell’impianto anche in quei pazienti affetti da osteoporosi grave, diminuendo sensibilmente i tempi di recupero delle capacità funzionali”.
L’innovativo intervento è stato realizzato anche grazie alla collaborazione con il professor Paolo Ferrata, direttore dell’Ortopedia Universitaria. La novità è in linea con gli obiettivi regionali, che attribuiscono notevole importanza al trattamento di queste patologie con particolare attenzione alla riduzione dei tempi di recupero dei pazienti, soprattutto anziani.
“La paziente – conclude Maniscalco – ha iniziato la deambulazione assistita già qualche giorno dopo l’intervento ed ora è tornata a casa con una discreta autonomia deambulatoria”.