Annullati VIA e AIM, il complesso del termovalorizzatore sarebbe illegale
di Lexdc
SIENA. Due sentenze del TAR, che hanno annullato sia il VIA che l’AIM dalle autorizzazioni dell’inceneritore di Scarlino, hanno provocato il fermo dell’impianto, che è stato spento, e la cassa integrazione per i dipendenti da lunedì 21 novembre. E’ scontato che Scarlino Energia farà ricorso al Consiglio di Stato chiedendo la sospensiva di esecutività della sentenza del Tar. Viva soddisfazione dei comitati che hanno portato avanti la causa. Il presidente della società ha dichiarato in un comunicato stampa: “Scarlino Energia ha appreso la decisione del Tar di annullamento della Via e dell’Aia relativa alla propria attività di recupero energetico. Con il massimo rispetto per il lavoro amministrativo della Provincia e per la decisione Tribunale amministrativo – ha dichiarato Moreno Periccioli -, siamo certi che questa sentenza non intacca la sostanza del problema che è la gestione dell’impianto. Nel corso della nostra attività abbiamo dimostrato di aver operato bene, nel rispetto assoluto della normativa e dei limiti ben più severi relativi alle emissioni previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale oggi annullata. Lo hanno confermato i sopralluoghi effettuati nel nostro impianto e le verifiche degli enti proposti ai controlli. Siamo quindi sicuri di aver fatto un buon lavoro che ovviamente sarà motivo oggettivo e concreto di valutazione sostanziale e che supererà ogni eventuale carenza burocratica. Sono altresì convinto – ha concluso il presidente di Scarlino Energia – che questa sentenza potrà avere concrete ripercussioni sull’attività ordinaria ma non potrà dare, ne siamo certi, problemi a lungo termine rispetto al progetto industriale di Scarlino Energia. Un progetto utile alla Toscana e al territorio”.
Così l’azienda ha deciso di interrompere dall’immediato tutti i conferimenti all’impianto e di sospendere tutte le attività industriali a partire da oggi. Sono state quindi avviate le procedure tecniche di svuotamento dei silos contenenti i combustibili, lo spegnimento delle linee e l’interruzione della combustione sia del Cdr che delle biomasse. Contemporaneamente, è stato dato inizio alle procedure di messa in sicurezza dell’impianto. Allo stesso modo viene sospesa anche l’attività del depuratore comprensoriale che tratta le acque provenienti dal sistema delle barriere idrauliche delle bonifiche della falda. Stamattina le Rsu hanno avviato azioni di protesta per la difesa dei 65 posti di lavoro, visto che l’azienda nei prossimi giorni avvierà la procedura di Cassa integrazione per un periodo non inferiore a 90 giorni necessario a ottenente il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva.
Abbiamo chiesto a Sienambiente quali conseguenze ci saranno per Siena. Questa la risposta dell’azienda: “La chiusura dell’impianto di Scarlino non comporta nessun problema per la provincia di Siena, dal momento che i comuni senesi non hanno mai conferito rifiuti all’impianto di Scarlino Energia. Il CDR prodotto in provincia di Siena e selezionato all’impianto de Le Cortine, infatti, è destinato all’impianto di Poggibonsi. Non è previsto inoltre che né ora né in futuro l’impianto di Poggibonsi accolga CDR proveniente dal territorio grossetano, dal momento che l’impianto è asservito al trattamento del solo CDR prodotto nei comuni della provincia di Siena”.