Si trivella proprio mentre partono rinvii a giudizio per danni all'ambiente
di Umberto De Santis
VALDELSA. Finalmente si trivella! “E così il primo settembre cominceranno le trivellazioni nei 21000 ettari di territorio intorno a Mensano, un’area che arriva fino a Colle Val d’Elsa”: in questo modo il sito internet casolenostra.org annuncia alla popolazione valdelsana che un nuovo fronte ambientalista si sta aprendo nella provincia di Siena. La regione Toscana ha dato il via libera alla Magma Energy Italia di “bucare” 215,26 km di Valdelsa a cavallo tra Siena e Pisa, stravolgendo per sempre l’ambiente del territorio: centrali, elettrodotti, edilizia abitativa, strade. Si annunciano ricadute negative in termini di qualità dell’aria e del suolo, visto che gli scavi porteranno in superficie materiali inquinanti come l’acido solfidrico, arsenico nelle falde acquifere e metalli che non si sa chi (e come) dovrà smaltire.
L’associazione dei cittadini lamenta anche la scarsa informazione fornita dalla giunta Pii in relazione al permesso di ricerca di risorse geotermiche che attraverso la pratica presso l’Unmig è stata concessa all’azienda Magna Energy Italia, già attiva nell’area da Massa Marittima a Roccastrada, che è una succursale dell’omonima azienda canadese di cui non è dato sapere alcunché e che ha sede legale a Firenze in Via Bolognese sotto forma di Srl. Non ci sono in ordine garanzie di alcun tipo per il ripristino dei luoghi dopo le trivellazioni, specialmente in caso di esito negativo. Come spesso accade, i guadagni sono privati e i debiti pubblici. Anche Italia Nostra si è schierata contro la giunta Pii: i cittadini casolani hanno avuto notizia solo dopo che non era più possibile discutere la faccenda ed eventualmente bloccarla. Una giunta che è già in discussione per i presunti illeciti penali commessi a Pietralata di Berignone: “ L’8 Luglio 2011, il GIP (Giudice indagini preliminari) di Siena dottoressa Gaggelli ha rinviato a giudizio per i capi di accusa a loro ascritti tutti gli indagati nel processo per la lottizzazione Pietralata. Tra le persone coinvolte figurano ex segretari comunali di Casole, ex responsabili urbanistici del Comune di Casole e redattore dei Piani integrati intervento, Piano strutturale e Regolamento Urbanistico, un dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune tuttora in attività. I fatti risalgono al 2005-07”, in cui il sindaco Pii ha ritenuto di non costituirsi parte civile, anche se il danno sarebbe stato perpetrato contro il Comune di Casole d’Elsa. Una giunta contestata per la gestione “disinvolta” delle concessioni edilizie nel territorio anche dalla Regione Toscana, che trova eccessive le concessioni alberghiere approvate.
Ma intanto si incomincia a scavare, senza aver informato la popolazione correttamente, sempre secondo il giudizio dell’associazione casolenostra.org. Un po’ come poteva avvenire con le trivellazioni alla ricerca di idrocarburi di cui avevamo parlato nello scorso inverno, e che l’assessore all’ambiente della provincia di Siena Berni aveva escluso categoricamente. Lo stesso assessore nel marzo scorso aveva partecipato a un incontro con la gente di Casole organizzato dal Pd locale sul progetto “Siena carbon free 2015”, ma l’argomento geotermia non era previsto. E’ chiaro che la politica della Regione (che crede tanto nella geotermia da procedere qualche volta con forza cieca), è volta a sfruttare anche gli incentivi alle rinnovabili, di cui gode misteriosamente per legge la stessa geotermia, pur non essendo tecnicamente una fonte rinnovabile. Il governo regionale passa sopra a tutto, compresa la volontà degli abitanti di un’area: nel sito di casolenostra.org si lamenta perfino la mancanza del requisito di legge del Via (valutazione impatto ambientale), che pure sarebbe obbligatorio ottenere prima di trivellare. Infine, per trasparenza di informazione, giova ricordare che la società mineraria in questione, la Magma Energy canadese, sta cercando di acquistare in Islanda una locale compagnia geotermica. Contro questa iniziativa si è mossa perfino la cantante pop islandese Bjork, vera icona pop, che ritiene che la vendita al gruppo canadese “puzza di quegli stessi trascorsi di corruzione che ci hanno portato al crack bancario”. Come avrebbero detto Benigni e Troisi, non ci resta che piangere?
(Foto tratta dal sito www.casolenostra.org)