Il governo taglia i fondi e i controlli vengono a mancare
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di Lexdc
SIENA. Sappiamo oramai come il disastro di Fukushima sia da attribuire all’incapacità umana di gestire problematiche troppo grandi specialmente se la ricerca della sicurezza possa generare passivi importanti per le casse delle imprese e dei governi. Tepco ha rivelato oggi che l’ennesimo errore umano responsabile degli ultimi problemi avuti nella disastrata centrale nucleare di Fukushima Daiichi è un dispositivo di decontaminazione dell’acqua “made in France” (cioè quelli che dovevano costruire le centrali di terza generazione EPR tanto caldeggiate dal Presidente del Consiglio Berlusconi) che si è bloccato automaticamente il pomeriggio del 30 giugno e che ha ricominciato a funzionare a solo 5 ore dall’allarme, con tutti i danni che ne sono conseguiti. E’ dalla catastrofe dello tsunami che la compagnia giapponese accumula errori su errori, tanto da aver provocato il disastro nucleare nel’area e quello finanziario della società che è sull’orlo del fallimento. E’ evidente che per risparmiare soldi sulla formazione e la sicurezza la Tepco non ha istruito per tempo i suoi manutentori che oggi devono scoprire passo dopo passo a cosa vanno incontro, e molti di loro sono ormai inquinati da radioattività.
Chiaramente in Italia siamo messi anche peggio, su questo fronte. Il sito di Ispra, l’agenzia governativa che ci dovrebbe proteggere dai pericoli derivanti dalla radioattività, ha il suo sito internet aggiornato al 21 giugno scorso. Contiene la solita formula magica che ci avverte che non ci sono rischi nel nostro paese, ma perché, visti i mezzi esistenti al giorno d’oggi, non ci aggiornano in tempo reale? Impazza su tutte le televisioni del mondo, tranne che nel Bel Paese, il video dei ricercatori precari dell’Ispra “Non sparate sulla ricerca” che protestano contro la mancanza di fondi per pagare il loro lavoro con i tagli che il ministro Tremonti ha loro riservato. Ecco perché l’ente che dovrebbe proteggerci non è in grado di svolgere il suo importantissimo lavoro. Per risparmiare sullo stipendio di un ricercatore laureato piuttosto che sull’auto blu di un parlamentare il governo gioca sulla pelle degli italiani e sul loro diritto alla prevenzione nucleare. Quello che ancora succede a Fukushima e che ci lascia affermare che non solo il disastro non è ancora scongiurato ma che la situazione locale si va sempre più degradando (tanto da aumentare i rischi per chi sembra lontano dal Giappone), viene sistematicamente ignorato dai nostri media. Come le verdure e le ciliegie inquinate dalla nube di Chernobyl che molti di noi hanno mangiato negli anni immediatamente successivi al 1986. Chi sa dimostrare che non fossero inquinati?
Ci è giunta notizia che, nonostante l’esito del referendum, il governo continua a sostenere la ricerca nucleare. Infatti scienziati italiani hanno partecipato a un seminario in Russia, dove con colleghi locali stanno studiando e realizzando un nuovo reattore termonucleare chiamato “Ignitor”. Putin e Berlusconi hanno firmanto a Milano, il 25 aprile 2010, un protocollo d’intesa molto strombazzato allora sui media. Mikhail Kovaltchuk, direttore del centro di ricerca Kurchatov Institute, la struttura russa leader nella ricerca nucleare fin dai tempi dell’Unione Sovietica, ha affermato in ocacsione del seminario del 20 giugno scorso “Gli italiani non hanno rinunciato al progetto”. Proprio da quando Ispra ha cessato le comunicazioni, che probabilmente nel corso del mese di luglio verranno aggiornate nella data e non nei contenuti. Strategia informativa di comunicare senza dire nulla, l’arte preferita dalla politica dei nostri giorni…