Al CISAM di Pisa un pericolo nucleare per tutta la Toscana
di LEXDC. SIENA. Abbiamo anche noi la nostra piccola personale Fukushima. Sembra incredibile nella Toscana denuclearizzata del 2000, ma a Pisa è presente un reattore nucleare al centro CISAM destinato ad attività di ricerca di tipo militare. Naturalmente è in fase di disattivazione, ma sappiamo tutti come diventano definitive le cose provvisorie in Italia… Sembra che vi siano stoccati pochi metri cubi di rifiuti radioattivi e “pochi elementi di combustibile irraggiato”, ma poiché nessuno ne è a conoscenza né è stato sollevato il problema, come stia la faccenda è un altro dei piccoli misteri all’italiana, il referendum del 1987 non ha chiuso per niente l’era nucleare italiana, mentre la seconda arranca ancora in fase di start up, ma con questi chiari di luna SE CI STIAMO BENE ATTENTI non partirà mai. Non è superfluo sottolineare come questi impianti sono ovviamente a rischio di incidente nucleare. Nel 2008 un impianto simile di ritrattamento di Areva – la società che insieme a Enel e Sogin sta studiando le nuove centrali italiane – a Tricastin in Francia ha subito incidenti talmente gravi da dover essere avvisata la popolazione della zona, con tutte le misure del caso. Ora, poiché nessuno è in grado di prevedere l’azione casuale di un kamikaze integralista (solo per fare un esempio) anche il centro CISAM potrebbe essere obiettivo sensibile e potenzialmente in grado di provocare un disastro eclatante. Poi non sappiamo se in questo centro ci sia stato trasporto di materiale “sensibile” da e per Pisa, e le contestazioni dei treni di scorie radioattive che attraversano l’Europa ci dicono di quanto sia grave anche questo problema. Liberarsi infatti delle scorie è un problema costosissimo e diluito nel tempo: la centrale nucleare di Caorso (PC) è stata infatti chiusa nel 1990 e le ultime scorie sono partite per la Francia il 20 giugno 2010.
L’OMS ha stabilito che nel raggio di 100km da Fukushima ci saranno 200.000 malati di cancro in più causati dall’evento nucleare in corso. Pisa non è così lontana in linea d’aria da Siena… Poi ci sono le malattie collaterali, prima di tutte la salute mentale delle persone, ma purtroppo un accordo tra Oms e Iaea (l’agenzia nucleare dell’Onu) vieta la diffusione di dati senza l’approvazione della Iaea: praticamente ci hanno messo la bambagia nelle orecchie!
Intanto noi consoliamoci con i bollettini di Ispra, l’agenzia governativa che controlla la radioattività in Italia per mezzo della rete gestita dalle Arpa: “alla data odierna i valori riscontrati non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sono tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario”. Anche la centralina di Firenze continua a farci godere di buona salute nucleare, e visto che lo possiamo leggere da soli è una bella consolazione.
Stamattina alle 10:16 ora italiana (17:16 in Giappone) una nuova violentissima scossa di terremoto di magnitudo 7.1 ha colpito l’area di Fukushima, la cui centrale è stata evacuata ed è stato proclamato l’allarme tsunami, dopo quello di giovedì scorso che aveva provocato seri danni a un altro reattore: perdita d’acqua nella centrale di Onagawa, che non è molto distante dall’altra. Tepco rende noto che nella centrale è venuta a mancare l’energia elettrica, quindi si sta riproponendo lo stesso copione di un mese fa, proprio la mancanza di elettricità aveva provocato i danni irreparabili al controllo delle barre radioattive, causa il blocco degli impianti di raffreddamento che aveva provocato la parziale fusione. Allargata ulteriormente la zona di evacuazione della popolazione, si allarga la fascia di sicurezza a dimostrazione che col nucleare non si è mai sicuri abbastanza. Eppure fino a un mese fa la pubblicistica pro-nucleare affermava essere il sistema delle centrali nucleari giapponesi il più sicuro ed efficiente al mondo! Speriamo solo di non dover vedere un effetto a catena tra due centrali nucleari che distano tra loro pochi chilometri in linea d’aria. La guerra contro le radiazioni nucleari durerà secoli: sugli eventi naturali non possiamo farci nulla, ma quelli provocati dall’uomo li potremmo evitare. Una bella differenza.