di Mario Ascheri
SIENA. La prossima ricorrenza il 2 giugno della Festa della Repubblica in un momento così delicato nella storia nazionale obbliga ad un momento di riflessione. Con la Repubblica nel 1946 gli Italiani non vollero soltanto staccarsi dalla recente tragica esperienza fascista, favorita dalla forma monarchica di governo, ma scelsero anche di ritornare alla forma istituzionale che aveva caratterizzato parte notevole del Paese nei suoi secoli più creativi.
Quel ricordo dei tempi comunali di libertà, indipendenza e di ampia partecipazione politica ebbe la sua importanza nel successo del referendum. Come lo ebbe quel ricordo nel perdurante spirito repubblicano di Siena, nonostante il crollo della Repubblica nel 1555. Perciò qui propongo in italiano una sintesi apparsa in inglese in una miscellanea di studi recentissima, che ha affrontato problemi teorici e pratici del Repubblicanesimo internazionale, tuttora cardine del pensiero politico democratico in molti Paesi. Firenze e Siena, con questo saggio, vi hanno un posto privilegiato che viene proposto al pubblico internazionale.
Il volume dal quale è tratto il saggio, pubblicato poche settimane fa da Viella di Roma, è infatti solo in inglese ed è intitolato ‘Republicanism’.
La sua cura si deve a due professori, Fabrizio Ricciardelli e Marcello Fantoni, della Kent State University che opera con una sede importante a Firenze.