Al centro dell'incontro uno studio epidemiologico sulla popolazione dei comuni geotermici della Toscana
di Umberto De Santis
SIENA. Si è svolta una conferenza stampa convocata da Italia Nostra di Siena e dal Coordinamento provinciale dei Comitati e Associazioni ambientaliste di Grosseto a Siena. La conferenza ha avuto per oggetto la discussione di uno studio epidemiologico sulla popolazione dei comuni geotermici della Toscana, presentato nell’ottobre 2010 dall’Ars Toscana e dalla Regione.
Dalla lettura dei documenti originali risulta che le conclusioni del Gruppo di Studio incaricato dalla Regione Toscana siano estremamente differenti dalle considerazioni finali fatte dall’ Azienda Regionale della Sanità, cioè che l’acclarato aumento delle morti nelle aree geotermiche più sensibili, in special modo a Piancastagnaio, sia dovuto o meno all’azione inquinatrice dei pozzi geotermici gestiti dall’Enel piuttosto che dall’evidenziarsi di un negativo “stile di vita” proprio delle popolazioni amiatine che nello studio non si riesce ad evidenziare.
E’ facilmente intuibile che, venendo a contatto continuamente con tonnellate di vapore sparate in aria che contengono forti concentrazioni di mercurio, ammoniaca e arsenico, i lavoratori degli impianti, le loro famiglie e la gente del posto possa essere esposta a un rischio simile a quello che hanno sopportato i lavoratori dell’amianto, che in questi mesi vede alla sbarra titolari e responsabili delle imprese coinvolte, ma che per decenni non si poteva dire nè scrivere sulla stampa per minacce continue di querele milionarie che potevano intaccare “l’immagine” dell’azienda e di chi, a livello politico locale e non solo, tendeva a “coprire” le malefatte dell’industria ricca e potente.
Altrettanto intuibile che la dispersione delle nanoparticelle di detti elementi sul territorio anche per 50 chilometri – tale la distanza in linea d’aria dal Monte Amiata a Siena, per fare un esempio – possa creare patologie nella popolazione del territorio e presenza concentrata di diossine sulla produzione agricola derivata dal grasso del latte, come panna e formaggi.
I comitati ci informano che le licenze concesse a Enel per lo sfruttamento della geotermia sono prive sia della Valutazione di Impatto Ambientale che della Valutazione di Impatto Sanitario: crediamo sulla parola e ci piacerebbe che Enel ci fornisse prova autentica che ciò non è vero, anche perchè altrimenti ci sarebbe un ruolo della Regione Toscana tutto da chiarire, e non a parole. Siamo d’accordo che oggi la priorità di un gruppo industriale è di creare valore per gli azionisti, ma il vorticoso cambio di manager negli anni e la riduzione del personale causa innovazione del telecontrollo a distanza che hanno distrutto la conoscenza dei siti e il loro controllo quotidiano, fatti solo per ridurre le spese, possa aver determinato una situazione di incuria e pericolo negli impianti stessi, e la mortalità aumentata ne sia la logica conseguenza.
Altra cosa da non trascurare, per l’implicazione che potrebbe avere per le due province di Siena e Grosseto che dal Monte Amiata sono unite e non divise, riguarda lo sfruttamento del sottosuolo. Pare che la falda acquifera potabile della montagna, importantissima perchè disseta oltre 700.000 persone, si sia abbassata in questi anni di duecento metri nel sottosuolo, sarebbe a dire come se il lago di Bolsena fosse sparito dalle carte geografiche. Inoltre l’intervento nel sottosuolo potrebbe depauperare anche la rete delle acque termali, che sono una evidente ricchezza per la nostra provincia in cui l’ente Provincia di Siena è imprenditore come azionista di maggioranza delle Terme Antica Querciolaia di Rapolano e a Petriolo. Distruggere per il profitto degli azionisti di borsa a Milano una importante voce della “qualità della vita toscana” come il termalismo in provincia di Siena sarebbe un disastro intollerabile.