SIENA. Si conclude la rassegna dei i ragazzi della V B della scuola Don Milani, che hanno presentato degli elaborati molto espressivi ed articolati (disegni, racconti, poesie, canzoni, diari, quadri), attraverso i quali raccontano i loro sentimenti. Oggi è il turno di Chiara
Il diario
26 / 03 /2020
MARINA DI GROSSETO
Caro diario, in questi giorni mi sento un po’ malinconica perché mi mancano tanto i miei amici. Però sono anche un po’ felice: oggi è una bella giornata. Sono andata a fare una passeggiata con i miei cani (Zara e Zoe) in pineta. Ieri io e la mia famiglia abbiamo giocato al gioco della vita, piou piou e dispettri. Io ho vinto al gioco della vita e a dispettri. Sono imbattile… comunque ieri non ho giocato e basta: ho fatto i compiti, tartassato di coccole e abbracci Zoe, ho giocato con mio fratello al tablet e sempre con lui ho guardato ghost busters. Poi ho mangiato un bel pranzetto e fatto i ciambellini per mrenda. Erano circa 50 ma sono finiti subito perché qualcuno ( io, mio fratello Gabi e il mio babbo ) li abbiamo finiti subito…
Anche se sono state belle giornate vorrei che tutto questo finisca il prima possibile e che possa riabbracciare i miei amici.
Grazie per l’ascolto caro diario.
Alla prossima
La poesia
La poesia che ho scelto è di Rabindranath Tagore:
RESTA
NELLA MIA SERA SOLITARIA
DOVE IL MIO CUORE
VEGLIA DA SOLO;
E COLMA LA COPPA
DELLA SUA SOLITUDINE,
CHE SENTE IN ME
L’ INFINITA’ DEL TUO AMORE
L’ho scelta perché dal quanto ho capito, parla di due persone che sono lontane ma si sentono vicine ed è un po’ quello che sto passando io. Mi mancano i miei amici ma non li sento lontani… insomma, chattiamo e ci vediamo in videochiamata. Non è la stessa cosa ma li sento vicini.
Anche io ho scritto una poesia e l’ho chiamata “ieri e oggi”
MI MANCA LA SCUOLA
IERI CON I COMPAGNI OGGI DA SOLA
MI MANCANO GLI AMICI
QUANDO ERAVAMO INSIEME… FELICI
QUANDO ERAVAMO SUI MURETTI A PARLARE
ORA CI VEDIAMO SOLO ATTRAVERSO IL CELLULARE
ABITUDINI TRA IERI E OGGI
SO SOLO CHE QUANDO TUTTO QUESTO FINIRA’ NON SARO’ PIU’ CHIUSA IN CASA
QUEL DOMANI SARO’ CAMBIATA
La canzone
La canzone che ho scelto si chiama “ Nuova era “ ed è di Jovanotti
Nuova Era
Le foto che ti prendo di sorpresa
Quando non ti metti in posa
Sono sempre le migliori perché
Colgono la verità
Così com’è e tu lo sai
Nonostante tutti i guai
È la strada più diretta verso il cuore delle cose
Che è sempre un cuore che batte
Come un tamburo che annuncia la vittoria
La tua gloria in un millesimo di secondo
Fermo immagine del mondo e tu regina
Richiami a grande imprese
I pazzi come me
E quando io ti guardo mentre passi
Fai vibrare pure i sassi
Col tuo semplice procedere così sicura di te
Mi fai sentire un poeta
Anzi di più un profeta
Che annuncia al mondo l’inizio di una nuova era
L’inizio di una nuova era (l’inizio di una nuova era)
Stiamo pensando alla stessa cosa io e te
Nello stesso momento (l’inizio di una nuova era)
Lo senti, lo sento
Non imparare mai quanto sei bella
Acqua fresca sale e terra
E quei segni di batoste
Che il tempo ha scritto su di te
Sulla tua pelle il riflesso di immigrazioni
Di bellissime ribellioni
Di problemi e soluzioni
La deriva dei continenti ci avvicina
Con un salto siamo in Cina
Verso i Tropici e poi qui
Comunicare non basta
Con te mi sento una cosa sola
Due sillabe della stessa parola
E quando io ti guardo mentre passi
Fai tremare tutti i bassi
Col tuo modo di procedere verso il futuro di te
Mi fai sentire un poeta
Anzi di più un profeta
Che annuncia al mondo l’inizio di una nuova era
L’inizio di una nuova era (l’inizio di una nuova era)
Stiamo pensando alla stessa cosa io e te
Nello stesso momento (l’inizio di una nuova era)
Lo senti, lo sento
È una reazione chimica
È l’eterno movimento
Come in cielo così in terra
Come fuori, così dentro
Stiamo pensando alla stessa cosa io e te
Nello stesso momento
Lo senti, lo sento
E quando io ti guardo mentre balli
Vedo in cielo i pappagalli
Che compongono nell’aria mia perfette geometrie
Mi fai pensare alla luna
Solitarissima luna
Lo senti? Lo sento?
(Can you feel it?)
L’inzio di una nuova era
Lo senti? Lo sento?
L’inzio di una nuova era
Lo senti? Lo sento?
Fonte: LyricFind
Compositori: Lorenzo Cherubini
Testo di Nuova Era © Universal Music Publishing Group
Ho scelto questa canzone perché so che quando il covid-19 finirà per tutti noi sarà appunto l’inizio di una nuova era e che tutti noi avremo imparato qualcosa da questa esperienza.
Avevo pensato anche ad altre canzoni come: “Califragile” di Annalisa, Rovazzi e J-Ax perché è sull’argomento. Oppure “sono solo parole” di Noemi che parla di due persone distanti che si mancano e non possono cambiare la situazione. E “cheyenne” di Francesca Michielin e Charlie Charles, che penso parli della mancanza di fare delle cose insieme; “Voglio” di Marco Mengoni, perché vorrei fare tante cose ma non posso. E’ stata una scelta difficile ma penso che “Nuova era” rappresenti di più i miei pensieri.
Il racconto
C’era una volta una bambina di nome Melania alla quale piaceva moltissimo fare lunghe passeggiate in centro e guardare il cielo. Lei era una bambina di otto anni sempre sorridente. Aveva i capelli ricci e scuri spesso raccolti in dei codini con due laccini rossi. Aveva una pelle un po’ scura e gli occhi grandissimi, il naso piccolo e la bocca carnosa. Indossava un vestitino rosso a quadri blu e delle ballerine celesti ai piedi. Era sempre gentile e si faceva amicizie molto in fretta.
Un giorno, mentre guardava le stelle, vide una stella cadente. Immediatamente espresse un desiderio: ”Vorrei poter conoscere degli alieni”, disse affacciata al balcone.
Lei aspettava, giorno dopo giorno… settimana dopo settimana… ogni secondo che passava ci credeva sempre meno. Finché dopo circa tre mesi, come ogni sera, si affacciò alla terrazza e vide una luce verde: pensò fosse un aereo. Man mano che si avvicinava al tetto delle case capì che il suo desiderio si era avverato. Era incredula.
“Evviva!” festeggiava Melania. Seguiva con gli occhi spalancati quella navicella che si posò a terra facendo un rumore stridulo. Si aprì la cupola fatta di un materiale strano e da li uscì una specie di slime arancione, minaccioso. Lei si nascose in camera sua sotto le coperte del letto per la paura. La sua mamma se ne accorse e chiamò la polizia.
La polizia avvisò la protezione civile e andò da quell’alieno. L’essere si moltiplicò e fuggì via. La protezione civile intervenne e fece chiudere le persone dentro casa. Malgrado tutto Melania non si buttò giù di morale. A lei bastava avere compagnia e per questo aveva la sua mamma. Il babbo era andato al lavoro ed era rimasto bloccato in un’altra città.
La bambina andò a dormire e come lei anche la mamma. Quando si svegliò, andò a fare colazione, poi tornò in camera a prendere le sue bambole preferite negli scatoloni sotto al letto. Appena prese la prima scatola notò della melma sul coperchio. Si fece coraggio e guardò meglio sotto al letto. Ecco che vide l’alieno nascosto nell’angolino del muro.
“Ehi” fece l’alieno.
Melania rimase senza parole. Fece un urlo stridulo e iniziò a saltellare. Il suo desiderio si stava avverando. L’alieno la guardò.
“Ehi”, disse la bambina più eccitata che mai.
“Senti, giura di non dire a nessuno che sono qui”, disse l’alieno.
“Ok – disse Melania -. Però a patto che tu giochi al “thè delle 5:00” con me”.
L’alieno non poteva fare altro che accettare e si ritrovò seduto ad un tavolo con le bambole e Melania. Lei apparecchiò il tavolo con tazzine e piattini di porcellana sopra ad uno straccetto viola che usava come tovaglia. “Come ti chiami?”, chiese infine a quello slime.
“Perché? Dovrei avere un nome?”
“Certo… Non ce l’hai?”
“No!”
“Allora ti chiamerò… Alieno”
“Se proprio mi devi dare un nome, dammelo carino”
“Allora… Mhhh…. Che ne dici di Bob?”
“Ok”, rispose Bob.
I due amici vennero poi interrotti dalla mamma che entrò nella camera di Melania per capire cosa stesse succedendo. Bob si nascose di nuovo sotto al letto e Melania dovette andare a cena. La bambina poi guardò con la mamma il telegiornale e scoprì che il suo amico era ricercato in tutta Europa.
“Come può un essere così simpatico essere ricercato? Che cosa ha fatto di così brutto per essere in questa situazione?”, si chiedeva Melania.
Appena la mamma le diede la buona notte lei corse in camera e parlò con Bob. Lui le spiegò che il suo pianeta “Blofeb” (detto anche Plutone) era stato in lotta con la Terra circa 2000 anni fa. Poi strinsero un contratto di pace e giurarono che non sarebbe più risuccesso. Appena il re della sua galassia scoprì che definiamo il loro pianeta “nano”, mandò Bob a moltiplicarsi e invaderci.
Probabilmente il sindaco l’ha capito ed ora è ricercato.
Melania si rattristò un pochino perché non era stato il suo desiderio a farle conoscere Bob ma non c’era tempo da perdere. Doveva aiutare il suo amico. Ma come? Le venne un’idea. Bastava travestirsi da presidente e convincere tutti che gli alieni non sono una minaccia Melania prese uno smoking del babbo, delle scarpe alte, degli occhiali da sole e una parrucca. Li mise a Bob e lo fece andare a parlare al telegiornale. Il piano funzionò. Per la Terra gli alieni erano i benvenuti.
Però Bob doveva tornare nel suo pianeta entro 2 giorni. Gli amici passarono un’ultima giornata insieme per le strade della città. Diventò sera e Bob dovette andare via.
“Ci rivedremo?”, chiese Melania con tono dispiaciuto.
“Certo… solo che mi vedrai come una stella cadente o come un aereo nella sera.”,l’incoraggiò Bob.
“Beh… allora… alla prossima…”, disse la bambina.
“Alla prossima”, risspsose Bob
I due si abbracciarono. Bob accese la sua navicella e se ne andò. Melania continuò ad uscire ogni sera e Bob passò ogni giorno con il suo ufo. Anche se lontani si sentivano più vicini di prima.
Il quadro
Questo quadro si chiama “La tavola calda” ed è di Edward Hopper. L’ho scelto perché il protagonista prova uno dei sentimenti che provo io: la tristezza. Un locale spesso è affollato come una città eppure in questi giorni è tutto vuoto. Quando vai in un posto sempre con persone, conoscenti, amici, c’è sempre qualcuno. Ora ci vai… è tutto vuoto e ti senti l’unica persona al mondo. Da come l’ho interpretato io questo quadro può’ rappresentare anche questa situazione. Quello che sento quando mi affaccio alla finestra e sembra non esistere nessuno.
Vedendo questo dipinto riesco quasi a entrare nei panni del protagonista… solo.