"Si continuano a privilegiare le appartenenze di area (e di corrente)", dichiara l'associazione

SIENA. Se chi vuole bene a Siena, soprattutto alcuni gruppi di maggioranza che vorrebbero definirsi “nuovi”, vuole dare qualche speranza di futuro, deve dimostrare di avere imparato la lezione delle cattive amministrazioni che hanno portato al disastro la Città, ribellandosi ai tentativi di restaurazione dei vecchi metodi, che più o meno subdolamente, stanno nuovamente affiorando nell’occupazione di posti di potere, ad uso e consumo delle solite cricche, per nulla affatto depotenziate nella loro bramosia speculativa, ma anzi ben attive ad esercitare pressioni di ogni genere, pur di condizionare le scelte dell’Amministrazione e conquistare rendite di posizione da spartirsi a proprio uso e consumo.
E in questo generale marasma di mezza estate, farcito di screzi, dichiarazioni salaci e scontri all’interno della maggioranza, il Sindaco Valentini non si mostra capace di avere le forze, o la volontà, per impedire, come promesso in campagna elettorale, che ‘chi fosse stato causa dei problemi, potesse risultare poi la soluzione’. Al di là infatti di una certa capacità di indorare la pillola con un eloquio garbato, Valentini si mostra sempre più attento a salvaguardare i flebili equilibri di maggioranza, messi ripetutamente in discussione dall’ala ceccuzziana, piuttosto che spingere verso quel cambiamento su cui aveva preso precis impegni e su cui molti Senesi confidavano dopo i disastri compiuti ai danni della Città. Di fatto Valentini si mostra nuovamente condizionato nelle scelte, per nulla autonomo, si direbbe, nella serena valutazione di curricula per il conferimento di importanti incarichi, in cui si continuano a privilegiare le appartenenze di area (e di corrente), e una certa consolidata confidenza con le stanze del potere, che certo non assicura quel necessario turn over di classe dirigente, di cui la Città ha mostrato di avere estremo bisogno.
Requisiti e competenze, se e quando ci sono, sembrano più un ‘gradito’ surplus, che non il fulcro di una scelta ponderata, in cui si dovrebbe premiare, a nostro giudizio, anche l’importante caratteristica di una certa ‘autonomia di pensiero’, che garantisce lucidità di analisi oggettive e posizioni non pregiudiziali in sede di decisioni. Si tratta dunque non già, o non solo, di mettere in discussione i nomi scelti dal Sindaco per la copertura di incarichi all’interno di importanti Istituzioni cittadine, in rappresentanza del Comune, ma piuttosto di criticare le modalità di scelta, che non appaiono affatto cambiate e svincolate da logiche politiche, che nulla hanno a che vedere con criteri di efficienza e redditività degli Enti per i quali si è nominati.
La politica, ancora una volta, straborda il proprio ambito di competenza. E i risultati si sono visti, nel recente passato. Non si è imparato niente? Purtroppo pare proprio che la politica non riesca a star lontana da dove annusa la possibilità di sfruttare la situazione, in termini di risorse e di potere. Un tempo il tesoro della Città erano la Banca e la Fondazione, oggi, l’unico petrolio rimasto sul territorio appare la Cultura: stesse logiche, stessi risultati? Magari no, ma certe avvisaglie non lasciano sperare granchè.
In questo contesto apprezziamo l’azione di un legale Senese che ha inoltrato precisi esposti sui criteri di nomina in Fondazione MPS, quasi sempre viziati da furbizie o da interpretazioni di comodo delle norme statutarie. Ma su questo torneremo presto, in attesa delle nuove nomine, che ci auspichiamo siano finalmente portate avanti con metodi più etici e rispondenti alla Carta di Pisa adottata dal Comune di Siena.