La replica del consigliere comunale del M5S, Mauro Aurigi, al segretario provinciale del Pd
di Mauro Aurigi
“L’aumento di capitale messo in atto da parte della Banca Monte dei Paschi è andato a buon fine e lo Stato ci ha guadagnato oltre 450 milioni. E’ un risultato positivo che non era affatto scontato”. Così l’incipit del lungo intervento sulla stampa (https://www.ilcittadinoonline.it/news/173978/_Aumento_di_capitale_Mps__molti_devono_chiedere_scusa_a_Siena_.html) del Guicciardini, segretario provinciale del Pd. Un risultato positivo davvero: quei 450 milioni (900 miliardi delle vecchie lire!) guadagnati dallo Stato ce li ha rimessi la Banca e indirettamente la Città. Che dire? Plateale ignoranza in fatto di conti del nostro aristocratico di campagna improvvidamente prestato alla politica? O pura ipocrisia del consumato politico che conosce bene i suoi polli, assuefatti ormai a ingoiare anche le cose più oscene? Ma questo è niente in confronto a ciò che viene dopo.
ANTONVENETA: IL PIU’ GROSSO BIDONE DELLA STORIA
“Gli avvoltoi che hanno sorvolato Siena (…) e che hanno aspettato con trepidazione qualsiasi notizia negativa”, dice il nostro prode Anselmo, dovrebbero chiedere scusa alla Banca, a Siena e ovviamente anche al Pd che ha retto così bene la Città, tanto che, aggiunge modestamente, la “fuoriuscita dalla crisi di Banca Mps è un caso storico e che fa scuola a livello internazionale (sic!)”. Al Nostro deve essersi rotto il pallottoliere e con le sole dieci dita non sa far di conto. Perché il caso storico e che fa scuola a livello internazionale non è come il Monte è uscito dalla crisi (non sarebbe la prima banca a riuscirci), ma come c’è entrato o, meglio, come lui e compagni ce l’hanno infilato! Perché per modalità, valore e dabbenaggine la beffa di cui il Monte è stato vittima e protagonista non ha precedenti nella storia economica del pianeta.
Vogliamo riassumerla?
Ultimi sgoccioli dell’anno 2007. Allo spagnolo Banco Santander è rimasto in mano il cerino acceso dell’Antoveneta, gruppo bancario girovago pagato all’olandese Ambrobank ben 6,6mld ma rivelatosi un bel bidone. Gli Spagnoli sono alla disperata ricerca del pollo a cui rifilarlo, non senza prima avere scorporato dal gruppo la partecipazione buona (Interbanca: valore 1,6mld). Il pollo che abbocca è il Monte che agli inizi del 2008 paga ben 10mld ciò che tre mesi prima agli Spagnoli era in sostanza costato solo 5mld. Gli imbecilli del Monte scoprono subito che la banca valeva appena 2,8mld (informativa del Monte alla Bankit del 15.6.2008) e che in pancia aveva un debito di 7mld verso la banca olandese con obbligo di rimborso immediato. Insomma il costo finale immediato è di quasi 18mld (il costo mediato dovuto a quel rottame che il Monte ha poi dovuto ingoiarsi è incalcolabile). Sono soddisfazioni. E il Guicciardini ne va giustamente fiero.
Come si è sviluppa la trattativa?
Semplice, dichiara Botin presidente del Santander ai pm del tribunale di Siena che si sono occupati della cosa: trattativa a scatola chiusa (prendere o lasciare), senza alcuna clausola di salvaguardia con 3 telefonate in 48 ore e senza alcun incontro faccia a faccia! Dimenticavo: con le casse del Monte assolutamente vuote! Così si sono bruciati 18 mld. in 48 ore. Questo, caro Guicciardini è il “caso storico e che fa scuola a livello internazionale”! C’è mezzo mondo che ci ride dietro. Nessuno a queste condizioni avrebbe comprato neanche un telefonino da 50 euro. E lei cinicamente chiede perfino le nostre scuse! Ma forse non è cinismo, forse della questione lei non ha ancora capito niente. E mi spiego.
MA IL GUAICCIARDINI HA IDEA DI COSA STA PARLANDO?
Il Monte, da stime induttive fatte nel 1995 dai volenterosi che si opposero alla sua privatizzazione, valeva forse 40.000mld di lire, ossia 20mld. di euro. La cosa fu confermata nel 1999, ossia prima dell’arrivo della “banda del buco” tutta targata Pd, quando la banca era ancora quella solida del buon tempo antico. Quell’anno il titolo infatti – vado a memoria – fu quotato per la prima volta in borsa e schizzò subito a più di 5 euro, valore che moltiplicato per i 4mld di azioni in circolazione all’atto della privatizzazione del 1995 (al Guicciardini possono bastare le dita per fare il conto) fanno per l’appunto 20mld. Ma oggi a quella cifra dovremmo aggiungere i 13mld di aumenti di capitale nel frattempo intervenuti, i 20 anni di inflazione e i 20 anni di mancati utili che regolarmente la vecchia banca faceva e portava a capitale. A questo ultimo riguardo bisogna ricordare che la banca “nova” quasi subito ha smesso di guadagnare dichiarando utili solo grazie a acrobazie contabili, comprese soprattutto le alienazioni di cespiti attivi accumulati nei secoli le cui plusvalenze, invece di portarle a riserva come sarebbe stato logico, sono state trasformate in utili da distribuire agli azionisti privati che nessun merito avevano a tale proposito. Insomma, a occhio e croce, oggi avremmo avuto un Monte valutabile sui 50-60 mld. Non è fantasia: se la Banca fosse rimasta nelle ottime condizioni che aveva prima dell’arrivo della “banda del buco”, ossia con il titolo ancora valutato 5 euro, i 12mld di azioni in circolazione (tante erano prima del loro raggruppamento nel maggio scorso) avrebbero avuto un valore complessivo di circa 60mld. Calcolo facile, anche col pallottoliere rotto.
Insomma, signor Guicciardini, la vostra squadra mandata al Monte ci è costata tra i 20 e i 60mld (faccia lei, sempre ammesso che sia in grado di afferrare la spaventosa dimensione delle cifre) che il popolo vi aveva improvvidamente affidati.
Ve ne chiediamo umilmente scusa.
Mauro Aurigi (consigliere comunale del M5S)
PS: Sulle altre amenità dell’intervento del Guicciardini, troppe per citarle tutte in una volta sola, ci sentiremo presto.