Tanti si riempiono la bocca di belle intenzione di cambiamento, salvo poi spostare le decisione importanti per la collettività, dai luoghi istituzionali ai tavoli di un ristorante
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SIENA. In una intervista di ieri il Sindaco Valentini, parlando dei vari scandali che affliggono la nostra città, ha auspicato che prima ancora dei magistrati o dei finanzieri, fosse la società civile ad isolare e denunciare comportamenti non corretti alle primarie regole di convivenza. Posizione condivisibile. Peccato che in questa città, oggi affrontare tematiche che riguardano il nostro futuro, sia divenuto pressoché impossibile.
Le principali forze politiche, fino a poco tempo fa prodighe di iniziative (eventi, incontri, assemblee, forum, ecc) su tanti argomenti di vita quotidiana, si sono eclissate in un ombroso silenzio. Il Consiglio Comunale, il principale organismo rappresentativo della collettività, è ingessato da un numero interminabile di atti, che impegnano le sedute più a dibattere su argomenti di natura ideologica che di progetti pratici.
Le varie proposte presentate, per aprire un confronto democratico su importanti temi, che dovrebbe essere l’essenza primaria di una società, sono state sistematicamente insabbiate. E’ stato così per la richiesta di una valutazione comunale sul progetto di riqualificazione del Rastrello, respinta perché giudicata non di competenza della principale assemblea pubblica. Salvo poi portare la stessa proposta in giro per due mesi nei più svariati contesti di questa città.
Ed è stato così anche per la richiesta di un Consiglio Comunale straordinario per rivedere gli indirizzi strategici che il Comune ha indicato alla Fondazione MPS. Infatti, sul piano formale, la Fondazione oggi ha ancora un indirizzo del Comune riferito a quando deteneva il 33,4% della proprietà della Banca. Il contesto odierno è sensibilmente diverso. Eppure niente! Come accade nei governi totalitaristici, non se ne deve parlare, vige il regime del silenzio.
L’episodio della mancata convocazione del consiglio straordinario sulla Fondazione è la dimostrazione di come si resti silenti, anche davanti alla violazione dei principali diritti dei rappresentanti dei cittadini, democraticamente eletti dal popolo, sanciti dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio Comunale. Forse una valutazione dell’Illustrissimo Sig. Prefetto, prima di avviare atti formali, parrebbe opportuna. Tanti continuano a riempirsi la bocca di belle intenzione di cambiamento, salvo poi spostare le decisione importanti di questa collettività, dai luoghi istituzionali, cui competono, ai tavoli di un ristorante.
Luciano Cortonesi