Il segretario comunale dei democratici interviene sulle celebrazioni per la Liberazione
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SIENA. Leggere sui social network tanti interventi di italiani che si domandano perché dover o voler festeggiare il 25 aprile da’ l’idea di come gli italiani, o forse semplicemente la società contemporanea, tenda a dimenticare i sacrifici di chi, in un passato recente, ha lottato e dato la propria vita per garantire il futuro alle generazioni successive.
La memoria assomiglia sempre di più ad un muro sul quale il lento incedere del tempo fa sgretolare, anno dopo anno, i mattoni della storia.
E’ vero che tutte le vicende umane trovano sollievo con il passare del tempo, ma in questo caso dimenticare vuol dire perdere un pezzo importante della coesione nazionale, indispensabile collante su cui costruire la rivincita economica, sociale e morale del nostro Paese.
La fiducia e la speranza che nacquero con la guerra di liberazione e si radicarono con la Costituente e con le prime elezioni a suffragio universale sono stati e rimangono un patrimonio comune di valori sul quale è possibile ancora oggi riunire tutte le forze democratiche e antifasciste per una seconda rinascita.
Io come ogni anno scelgo di onorare il 25 aprile, Festa della Liberazione, per esprimere la mia profonda gratitudine verso quegli italiani che decisero di sacrificare se stessi per la Patria ma soprattutto per ognuno di noi. Sono inoltre convinto che stringersi attorno a quei valori, sprigionatisi dalla guerra di liberazione, dia sostanza allo spirito del paese e a quanti ancora si ritrovano uniti e convinti assertori dei principi dell’equità, dell’eguaglianza, della parità di genere, della solidarietà, della partecipazione, della responsabilità, dei diritti e dei doveri.
Il 25 aprile dovrebbe essere un giorno nel quale si volge al passato la testa e il cuore e si alza lo sguardo al futuro con responsabilità. A Siena e in tutta la provincia si svolgeranno eventi e iniziative commemorative “Resistenza Cuore della Democrazia” alle quali poter partecipare e stringersi insieme per non dimenticare, per ricordare chi non c’è più e per dire grazie ai pochi partigiani rimasti, testimoni e protagonisti della nostra storia ma, se impossibilitati, trovando comunque un momento per un pensiero da condividere con qualcuno a cui ricordare perché è giusto festeggiare il 25 aprile.