SIENA. Continuiamo con i ragazzi dell V B della scuola Don Milani, che hanno presentato degli elaborati molto espressivi ed articolati (disegni, racconti, poesie, canzoni, diari, quadri), attraverso i quali raccontano i loro sentimenti. Oggi è il turno di Giacomo.
Ecco la mia copertina
Il quadro
Il quadro che ho scelto è “ Ritratto del dottor Gachet ” di Van Gogh
L’ho scelto perché mi sembra un uomo in trappola, che ha come unico intrattenimento i suoi pensieri. Come succede anche a me in questi giorni di quarantena
La poesia
IO LO SO
Lo so qui ormai regna la tristezza,
ma ora agli altri dobbiamo mostrare la nostra dolcezza.
Lo so qui tutti ci si annoia,
ma è il momento di mostrare la nostra gioia.
Lo so in noi tutti regna la solitudine,
e questo ci crea un po’ di inquietudine.
Per le strade si è scatenata la follia,
quando si è saputo della malattia.
In tutti noi c’è ancora speranza,
ma sparirà se la gente continua con la sua ignoranza.
(Giacomo)
La canzone
Ho scelto una canzone della colonna sonora di Grease, perché sarebbe stata la nostra recita di fine anno e io ci penso spesso. La mia preferita è greased lightnin’ perché la cantano tutti i T- birds insieme.
It’s systematic
It’s hydromatic
Why it’s grease lightning (grease lightning)
We’ll get some overhead lifters and some four barrel quads
Oh yeah
(Keep talking whoa keep talking)
A fuel injection cutoff and chrome plated rods oh yeah
(I’ll get the money I’ll kill to get the money)
With a four speed on the floor they’ll be waiting at the door
You know that ain’t no shit we’ll be getting lots of tit
In Grease Lightning
Go, go, go, go, go, go, go, go, go, go
Go grease lightning you’re burning up the quarter mile
(Grease lightning go grease lightning)
Go grease lightning you’re coasting through the heat lap trial
(Grease lightning go grease lightning)
You are supreme the chicks’ll cream for grease lightning
Go, go, go, go, go, go, go, go,…
Avventura di un lemure catta
Un giorno una femmina capobranco di lemuri catta, mentre era lontana dal suo territorio fu rapita da un’altra femmina che la trascinò su un aereo e la rinchiuse in una gabbia. Poi prese il suo posto.
L’aereo decollò e la femmina con esso: era nelle mani di bracconieri malvagi. La femmina si guardava intorno ma vedeva solo le sbarre della sua gabbia. Sentiva i contrabbandieri che parlavano mentre spostavano la gabbia e un attimo dopo si ritrovò in uno zoo osservata da milioni di persone. La femmina non riusciva a crederci, prima era libera nella natura e si godeva i privilegi da capo branco. Si sentì in trappola ed era tanto triste e sconsolata. Ma forse non era finita, aveva ancora la speranza che il suo popolo la venisse a salvare. Ogni giorno che passava in quello zoo si sentiva sempre più sola, ogni mattina si chiedeva: “È questo il giorno che uscirò da qui e mi ricongiungerò con il mio branco?”
Alla lemure mancava la libertà di arrampicarsi, di correre attraverso paesaggi sconfinati, le mancavano le voci dei compagni del suo branco che le chiedevano sempre cosa fare. Nella normalità tutto questo era banale quasi noioso, ma adesso lo avrebbe fatto volentieri. Si ricordò che era sempre stata sgarbata con il branco e che era poco amata. Forse il suo popolo aveva accolto l’altra femmina con gioia e non pensava più a lei. Questo pensiero la rese triste e arrabbiata e dalla rabbia prese la forza per tentare di scappare.
Afferrò le chiavi della gabbia dalla tasca di un vigilante.
Agile e veloce si intrufolo’ sull’aereo dei bracconieri che stavano ripartendo per una nuova battuta di caccia. La lemure stava nascosta e pensava che tra poco avrebbe rivisto il suo branco e la sua terra, avrebbe sentito il profumo del suo cibo preferito: il tamarindo, e l’odore delle foglie bagnate dalla pioggia. Avrebbe ritrovato la compagnia e la protezione del suo branco.
La lemure riuscì a tornare a casa: nessuno l’aveva dimenticata.
La lemure cattiva fu cacciata e lei tornò ad essere capobranco, ma ora era più gentile perché aveva capito che la solitudine è una cosa terribile.
Il diario
Caro diario,
Sono a casa da venticinque giorni perché c’è il corona virus. Sai cos’è? Te lo spiego: è una malattia simile all’influenza ma più grave. Questo virus si diffonde facilmente e questo mi preoccupava tanto, ma poi mamma mi ha spiegato che i bambini sono forti e che basta seguire delle regole precise come lavarsi spesso le mani e stare a un metro dalle altre persone. I TG parlano solo di corona virus, io invece cerco di scordarmelo e non guardo più la televisione.
Non si può più uscire di casa e non vado neanche a scuola. Per fare lezione usiamo le videochiamate su Zoom. La maestra per questo metodo di studio è stata intervistata da un giornalista! Lei ama la tecnologia e ci aveva già fatto fare dei compiti on line. In classe avevamo provato a collegarci ma poi da casa con il mio tablet non mi riusciva. Mamma non è tecnologica e allora mi ha aiutato zia al telefono dalla Svizzera. Lei abita lì!
A me questo metodo piace poco: ci sono quelli che non riescono a entrare nei collegamenti, quelli che non smettono di muoversi, i genitori che fanno da sottofondo e la maestra che cerca di aiutare tutti… Una gran caciara !
Questa prigionia ha anche dei lati positivi, tipo che il mio babbo è sempre a casa. Quando lavora lo vedo poco: torna a casa, si riposa un pochino poi mi dà un bacino e riparte. Ora che sta sempre a casa gli manca il suo lavoro, per questo cucina spesso cose buone soprattutto il pesce.
Stare insieme è impegnativo: litigo sempre con mamma che vuole tutto perfetto e non le va mai bene niente! Gioco spesso in camera mia che ora sembra una discarica.
Mi alzo tardi perché vado anche a letto tardi!!!
E vedessi come ho i capelli! Non posso andare dal parrucchiere e improvviso pettinature con tanto gel.
Restare a casa mi crea un po’ di inquietudine e di solitudine. Spero presto di tornare a scuola, ho tante cose da dire al mio amico Nicco, non parlargli da così tanto mi sembra strano… spero che si possa tornare in fretta alla normalità.
Per ora ciao.
Giacomo Mannucci