Lo chiede Fiorenzani, pensando al Santa Maria della Scala
SIENA. La proposta di raccogliere, conservare e valorizzare, al Santa Maria della Scala, anche le opere d’arte di Banca MPS non è nuova, ma è buona e opportuna. Ne va dato atto a Riformisti e Siena Futura, senza però sottacere i vincoli storico-artistici, conservativi,architettonici, ambientali, per così dire originari e naturali,connessi alla loro tutela. Occorre approfondire bene e, dunque , sviluppare con piena cognizione questo dibattito “che finalmente – ha scritto il sindaco Valentini – sta diventando ogni giorno più costruttivo”.
Vorrei intanto richiamare l’attenzione su un’autentica opera d’arte che mi torna spesso a mente. Non so dove sia andata a finire. Si tratta di mobilio e arredi preziosi della storica sala di Rocca Salimbeni dove si tenevano le più importanti riunioni della Deputazione Amministratrice (approvazione del bilancio ecc.). Ne ho ricavato le foto dal periodico “il Monte”che, insieme a “la Biccherna” (comparto Esattorie; ero nella redazione con Gastone Giannelli), ho conservato: erano notiziari-immagine dell’Istituto. Da epoca relativamente recente, nella sala del CdA cui si accede dalla galleria peruziana, c’è una ‘table ronde’, anzi ovale, foderata in cuoio. Esigenze di comoda funzionalità? Può essere. A me, però, appare bruttoccia, almeno in fotografia.
La pregevole opera di intaglio o scultura in legno, ove la Deputazione sedette per la prima volta nella rinnovata sala delle adunanze (novembre 1897), venne realizzata a più mani, su disegno dell’architetto Giuseppe Partini, da preclari maestri intagliatori senesi (Carlo Bartolozzi, Tito Corsini, Carlo Cambi, Angelo Querci, Giovanni Salvini, Giovanni Sammicheli); la decorazione della volta fu del Prof. Gaetano Brunacci dell’Accademia di Belle Arti; di Galileo De Ricco gli stucchi, di Arturo Franci le dorature, di Alfredo Guerrini le tappezzerie. Il lampadario in ferro battuto venne realizzato da Benedetto Zalaffi e il pavimento in legno dal falegname Alberto Peri. Così nelle cronache, del tempo. Le foto accanto mi esimono dal riferire ogni descrizione artistica tanto parlano di eloquente bellezza. Rammento bene questo gioiello trasferito nella Rocchetta che affaccia su piazza dell’Abbadia. E ricordo che, per brevi colloqui col mio compianto amico e collega Glauco Lamioni, addetto P.R. del Monte, qui s’entrava accomodandoci sui preziosi scranni. Ricordo pure un incontro col non dimenticato D.G-Provveditore, Dr. Giovanni Cresti, orgoglioso di mostrare le belle piante di limone che aveva fatto collocare nella terrazza da dove s’accede in Rocchetta. Gli ricordai che, a due passi,c’era l’insigne capolavoro ottocentesco, ormai in disuso, ma non in abbandono, mi obiettò : faceva parte, infatti, dell’itinerario di visite guidate,appunto, dall’amico Glauco detto ‘il Titti’.
In tempi recenti, ho chiesto ai Portieri di poter rivedere, in Rocchetta, la storica sala di Deputazione, ma non c’é più. Dove è andata a finire ? Forse in qualche polveroso magazzino della banca? Se allora mi cascarono le braccia, ho ripreso speranza, nei giorni scorsi, quando il Presidente Alessandro Profumo (13.02.14) ha assicurato che “Banca MPS farà la sua parte(…) mettendo a disposizione” del Santa Maria della Scala “la parte senese del suo vasto patrimonio storico- artistico”. Va chiarito,ha pure premesso, il dibattito sullo sviluppo-compimento dell’ex complesso ospedaliero “per certi versi dicotomico fra vocazione artistico-museale ed una più prettamente economico-commerciale”. Parole chiare, intanto. Da ben soppesare. Rifletto e mi auguro :
- che questa improvvisa ‘illuminata’ promessa – al pari di certe contestuali aperture protocollari verso associazioni di piccoli azionisti, per lo più ‘arrabbiati’ – abbia successo;
- che tanta apprezzata disponibilità non si dissolva col vento primaverile, del dopo Maggio;
- che, al contrario, si tratti di un sincero innamoramento del Dr. Profumo maturato nel corso di questo anno già trascorso nella nostra irripetibile città, attratto ormai dalla magia delle nostre secolari ed impareggiabili tradizioni/ricchezze storiche, artistiche e culturali, oltreché bancarie.
In questo spirito, Gli chiedo di rivalorizzare degnamente anche il mobilio e gli arredi di grande pregio della storica sala riunioni della Deputazione Amministratrice del Monte dei Paschi di Siena – istituto di credito di diritto pubblico. Indifeso; troppo tardi rimpianto dalla città e, oggi, da tanti piccoli azionisti per lo più non organizzati.
Pier Paolo Fiorenzani