SIENA. Dal Movimento Civico Senese riceviamo e pubblichiamo.
“Abbiamo avuto da subito il sentore che nel sistema organizzativo di risposta al COVID-19 ci fosse qualche nota stonata e con il passare dei giorni questi timori si sono acuiti con alcune testimonianze dirette degli operatori sanitari. L’errore di fondo è stato quello di impegnare tutto il sistema sanitario in direzione dell’emergenza dovuta alla pandemia sottovalutando tantissime altre patologie tempo dipendenti come se, d’incanto, fossero state debellate.
Punto nodale del nostro ragionamento sono le strutture di Pronto Soccorso.
Recenti dati provenienti dalla Regione Lombardia dimostrano, ad esempio, che in tali strutture gli accessi al PS sono diminuiti del 70-80% con una drastica riduzione delle patologie tipiche per le quali ci si rivolge a tali presidi quali l’infarto del miocardio, tachicardie e aritmie, patologie addominali, solo per citare alcuni esempi. Un recente articolo del Sole24ore riporta la notizia che nel nostro Parse è triplicata la mortalità per infarto passata dal 4,1 al 13,7 per cento a causa della riduzione dei ricoveri (-60%) e dei ritardi dovuti alla paura del contagio (aumento dei tempi del 39%). Altri studi ci dicono che vengono trattate in ritardo le patologie degli anziani determinando quadri evolutivi piu’ rapidi anche verso l’exitus. In Lombardia gli interventi chirurgici sono diminuiti del 64% con conseguenze negative che sono destinate a durare anche quando l’emergenza pandemica sarà passata. C’è un ritardo nella definizione delle diagnosi oncologiche con la conseguente dilatazione dei tempi di inizio delle relative terapie. Si potrebbe continuare ancora con altri esempi, ma crediamo che il quadro sia ormai chiaro e che, pur con percentuali diverse, la situazione non sia dissimile a livello nazionale.
Abbiamo vissuto gli ultimi 2 mesi pensando ad una sanità COVID dipendente, ma crediamo che nessuno di noi sia disposto a scommettere sulla scomparsa di altre gravi patologie. Occorre, quindi, riflettere anche su queste situazioni che nel tempo potrebbero creare più morti del Covid-19 o comunque creare problemi di tenuta del
SSN e del settore sociale di un Paese in cui un quarto della popolazione ha più di 65 anni. Senza dimenticare che a Siena la popolazione ultraottantenne rappresenta oltre il 12% della popolazione residente (dati anno 2018).
La medicina oltre che cura, è anche organizzazione, capacità di prevedere gli eventi, di prepararsi ad affrontarli. In tempi non sospetti e neppure tantissimo tempo fa avevamo proposto un progetto di telemedicina, che in un momento come questo, sarebbe stato utilissimo per monitorizzare gli anziani a casa e ci avrebbe consentito di intervenire in maniera mirata, invece di lasciarli da soli. Ci auguriamo che oggi le istituzioni possano dare dimostrazione di maggiore lungimiranza ed impegno perché ciò che in passato poteva sembrare bello, ma utopistico, oggi è diventato necessario. Il nostro intervento ha un solo scopo: individuare un problema destinato a diventare rilevante e aprire un dibattito ed un confronto costruttivi, nella speranza che qualcuno si faccia finalmente carico di determinate problematiche tanto più urgenti in quanto riguardano principalmente la popolazione anziana ed i soggetti più fragili”.