PRIMA dà il via ad un progetto editoriale che riporta soluzioni, strategie, modelli di business anticrisi
SIENA. Al via #AgrifoodXRipartire: storie, innovazioni e imprese dell’Italia che riparte. Con questa iniziativa il Segretariato Italiano di PRIMA (Santa Chiara Lab – Università di Siena) intende valorizzare la vitalità del settore agroalimentare.
Pesantemente colpito dalla pandemia, l’Agrifood italiano risponde alla crisi mettendo in atto una serie di strategie e trasformazioni per far fronte alle fortissime difficoltà sanitarie, economiche e politiche e alle conseguenti ripercussioni sociali e ambientali.
Di fronte all’emergenza in corso sono numerosi gli imprenditori, ricercatori, startupper che affrontano con creatività il nuovo scenario rimodulando le proprie attività e trasformando, per quanto possibile, lo scenario di crisi in opportunità.
Con #AgrifoodXRipartire il Segretariato Italiano di PRIMA percorre un viaggio da nord a sud dell’Italia per raccontare le sfide, le pratiche, le innovazioni di un Paese che riparte.
Dalla start up che utilizza strumenti di intelligenza artificiale e agricoltura di precisione all’azienda che promuove formule di comunicazione innovativa con rubriche multimediali ad hoc, da chi potenzia la qualità e lo storytelling del prodotto a chi si orienta in maniera più decisa sulla sostenibilità, dalla solidarietà digitale di chi offre agli agricoltori piattaforme cloud per il supporto del lavoro nei campi all’azienda che punta sulla filiera corta, da chi potenzia la vendita online a chi investe nel migliorare l’organizzazione e la tutela dei lavoratori fino a chi introduce modifiche sul prodotto per soddisfare le mutate esigenze dei consumatori.
“Lo scenario che il Paese ha davanti” dichiara Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione PRIMA “è denso di incognite. Le incertezze riguardano anche il settore agrifood, un nostro grande patrimonio culturale, sociale ed economico. Nell’immediato c’è bisogno di interventi di sostegno, che non bastano, però, per avere un futuro. Dalla produzione alla distribuzione, da chi lavora per il mercato a chi è maggiormente legato al territorio, tutti gli operatori devono rivedere le loro certezze. I profumi della nostra terra, dei nostri prodotti e del nostro cibo non si trovano in alcun altro Paese. Restare arroccati alla tradizione o al recente successo, però, non serve più. Bisogna aprirsi al digitale e alla sostenibilità, cogliere le nuove esigenze dei consumatori, sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie, innovando i prodotti, i processi e le relazioni con gli interlocutori esterni e interni. Queste trasformazioni stanno già aiutando le imprese più reattive a ripartire, stimolando nuovi volani di sviluppo. La ripartenza di chi ama la terra e produce il cibo sarà la ripartenza dell’Italia. Ecco perché vogliamo raccontarla”.
Esperienze, interviste, storie dei protagonisti della ripartenza sono consultabili sulle pagine PRIMA Observatory on Innovation (POI), la piattaforma digitale che raccoglie e valorizza le migliori pratiche innovative nel settore agroalimentare.
#AgrifoodXRipartire è aperto a chiunque sia interessato a proporre la propria storia. Per contattare la redazione scrivere a prima@unisi.it.
#AgrifoodXRipartire: https://primaobservatory.
L’Osservatorio PRIMA sull’Innovazione (POI) è una piattaforma digitale progettata per monitorare e divulgare i più recenti risultati della ricerca, dell’innovazione e della formazione nel campo dello sviluppo agroalimentare nell’area del Mediterraneo.
Il Segretariato Italiano di PRIMA, istituito presso l’Università di Siena – Santa Chiara Lab, grazie al contributo del Ministero dell’Università e Ricerca, svolge le attività di promozione e di disseminazione del Programma PRIMA nel nostro Paese. Le principali attività del Segretariato riguardano aree tematiche come gestione sostenibile della risorsa idrica, agricoltura sostenibile, cibo e filiera agro-alimentare. PRIMA (Partnership on Research and Innovation in the Mediterranean Area) è il programma euromediterraneo che sostiene progetti di ricerca e innovazione sui sistemi agroalimentari sostenibili e la gestione delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo. Il programma, che è al suo terzo anno di attuazione, ha un budget di 500 milioni su 7 anni ed è promosso e finanziato congiuntamente dalla Commissione Europea e da 19 Paesi dell’area Euro-Med, 11 membri dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 non-EU (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia).