I dipendenti della banca: "diamo concretezza alle azioni di lotta"
SIENA. Si è svolto nel pomeriggio di ieri, a partire dalle ore 17, un Presidio organizzato dai Sindacati della Banca MPS a cui hanno partecipato i lavoratori della Piazza di Siena, con una forte rappresentanza del Consorzio Operativo Polo di Siena. Presenti anche alcuni dirigenti sindacali delle Banche del Gruppo e del Consorzio di Firenze. Al Presidio hanno partecipato oltre 300 persone che hanno stazionato sotto Rocca Salimbeni per circa 3 ore. La dimostrazione aveva lo scopo di richiamare i vertici della Banca a una maggiore responsabilità nell’individuare i rimedi per uscire dalla crisi in cui verte l’Azienda, rimedi che non possono essere riconducibili principalmente al costo del lavoro, bensì a una oculata politica economica da attuare in primo luogo sulla riduzione degli sprechi gestionali che hanno procurato durante questi ultimi anni un indebitamento senza precedenti. Sappiamo che la causa principale è riconducibile alla scellerata operazione di Banca Antonveneta su cui la Finanza e la Magistratura stanno tutt’ora indagando; se ci saranno dei responsabili, questi dovranno pagare.
I lavoratori, tramite il Presidio, hanno inteso far conoscere le ragioni della loro protesta anche alla cittadinanza che forse ancora non si è resa del tutto conto di quale grave momento stia vivendo la Banca, una situazione questa che inevitabilmente procurerà delle serie ripercussioni su tutto il Territorio. Imprenditori, commercianti, artigiani, liberi professionisti, ma non solo, anche tutte le categorie di lavoratori, non rimarranno indenni da una crisi che coinvolgerà tutti i settori.
Se la logica per risolvere tutti i mali deve essere quella delle Esternalizzazioni o Terzializzazioni, allora significa che coloro che sono stati chiamati per portare fuori dalla crisi questa Banca, non sono all’altezza di ricoprire questo ruolo. Questi signori devono smettere di accusare il Sindacato di non voler rimuovere certe pregiudiziali: sono loro da rimuovere. Qualcuno ce li ha chiamati, gli stessi devono avere il coraggio di mandarli via.
La Città dovrà prendere coscienza che se non ci sarà in breve tempo un’inversione di tendenza sulle scelte politiche e strategiche, questa Banca non ci apparterrà più. E per Siena sarà come sprofondare in un abisso senza ritorno.
Senza un serio e costruttivo dialogo e confronto con i Rappresentanti dei Lavoratori, è impensabile che si possa uscire da questo stato di crisi.
Le forze politiche locali sono troppo impegnate a pensare alla prossima campagna elettorale, agli equilibri interni ai partiti, alle poltrone da ricoprire; non capiscono che in questo modo stanno perdendo, oltre alla fiducia dei cittadini, anche i loro consensi elettoriali. Il loro silenzio è imbarazzante. Dobbiamo tutti assieme avere il coraggio di denunciare questo stato di cose, senza stare a guardare le appartenenze ideologiche: qui è in ballo il nostro futuro, quello dei nostri figli e delle future generazioni.
Facciamo sentire forte e chiaro il nostro grido di protesta, ma soprattutto diamo concretezza alle azioni di lotta che dagli stessi lavoratori vencono invocate ormai da troppo tempo.
R. R.
R. R.