"Facciamo un salto di qualità dal punto di vista del valore di questo settore culturale, sociale ed economico"
ROMA. “Grazie signora ministra, desidero ringraziarla per l’informativa molto puntuale anche per le cose che ha detto in riferimento al primato del parlamento e al primato della politica. Credo che in queste difficili settimane le donne e gli uomini in questo Paese con il lavoro nei campi, la trasformazione e la distribuzione hanno garantito regolare approvvigionamento di alimenti freschi e di qualità. A loro dobbiamo gratitudine ma dobbiamo anche lavorare affinché il settore primario venga riconosciuto come tale quindi come settore strategico e prioritario in questa stagione. Mi permetto di chiederle di suggerire al Presidente del Consiglio visto che si è circondato di tante figure tecniche di riferimento magari di avere anche un esperto in questa materia per costruire meglio la ripartenza”. Lo ha detto Susanna Cenni, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera e responsabile Agricoltura del Pd, intervenendo in Aula per l’informativa urgente del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova sul coronavirus.
“Il Partito Democratico – ha sottolineato la deputata dem – da settimane ha avanzato proposte per affrontare il tema del lavoro in agricoltura anche della carenza di manodopera. Da un lato occorre semplificare al massimo l’incontro fra domanda e offerta rendendo questo incontro nel rispetto delle norme e dei contratti e dall’altro intervenire per regolarizzare e mettere in sicurezza tanti braccianti sottraendoli al caporalato e allo sfruttamento. Stiamo parlando di braccianti, stiamo parlando dei ghetti di Gioia Tauro, San Ferdinando, Isola capo Rizzuto e di un volume di affari di 25 miliardi che oggi fanno le agro mafie. Vogliamo sottrarre queste risorse e questi uomini e queste donne da questo volume d’affari. Io credo che possiamo farlo e dobbiamo farlo grazie all’entità di una manovra come quella che abbiamo approvato e che approveremo nei prossimi giorni.”
“Per la ripartenza – ha concluso Cenni – la prima cosa è fare in modo che ci sia un investimento sulla qualità del nostro sistema. La seconda, senza alcuna visione autarchica ma si investa su una maggiore produzione nazionale sul rafforzamento della filiera nazionale. La terza, nonostante alcuni passi avanti, in campo agricolo dobbiamo pretendere dall’Europa molto di più, non possiamo accontentarci di partite di giro, occorrono risorse fuori dalla PAC e dallo sviluppo rurale. Noi chiediamo che davvero gli effetti della pandemia opereranno una svolta radicale nella ridefinizione delle priorità. Sull’agricoltura facciamo un salto di qualità dal punto di vista del valore di questo settore culturale, sociale ed economico.”