Chiesto l'intervento del Ministero dell'Interno
L’Opera del Duomo di Siena, come le altre ‘fabbricerie’ esistenti per la cura delle cattedrali e del loro patrimonio, è a Siena un ente di antichissima origine e detiene in particolare un patrimonio monumentale e artistico inestimabile (il suo museo preserva notoriamente capolavori notissimi a livello mondiale come la Maestà di Duccio) che ha motivato in larga misura il riconoscimento UNESCO della città come Patrimonio dell’Umanità.
Il suo scopo di tutela e valorizzazione del patrimonio ereditato dal Medioevo senese, incredibilmente ricco, è stato leso, ad avviso di Italia Nostra che opera specificamente a favore dell’interesse diffuso alla protezione dei beni culturali nazionali, dagli atti con cui l’Opera ha ceduto a una società per azioni fiorentina, come fosse un imprenditore, a titolo di “ramo d’azienda” funzionalmente autonoma ex art. 2112 c.c., le attività di accoglienza dei visitatori, le attività culturali e gli immobili e i mobili e i contratti di lavoro dei dipendenti per un prezzo risibile. Per di più l’Opera potrà recuperare solo dopo 10 anni e al prezzo (anche elevatissimo) fissato a discrezione (!) dalla società il ramo d’azienda ceduta, riconoscendo così un potere arbitrario alla società cessionaria tale che potrà di fatto alienare a proprio piacimento l’azienda realizzando un profitto esorbitante e annullando ogni aspettativa dell’Opera.
Con altro atto, poi, l’Opera alla stessa società ha concesso in appalto i servizi di biglietteria, catalogazione, call center ecc. con piena libertà (di nuovo) di disdettare ma dopo soli 5 anni, rimanendo perciò titolare a proprio piacimento dei beni compresi nella cessione d’azienda citata senza alcun onere!
I due atti sono evidentemente illegittimi e radicalmente nulli perché contrari in modo lampante allo statuto dell’Opera e profondamente lesivi dei suoi interessi e pertanto del grande patrimonio da secoli affidato all’ente dalla comunità senese.
Italia Nostra auspica vivamente che il Comune di Siena, l’Arcivescovo di Siena, la cittadinanza senese in tutte le sue articolazioni, l’Unesco e gli appassionati d’arte di tutto il mondo vogliano intervenire per sostenere questa richiesta di tutela di interessi pubblici così palesemente e clamorosamente violati a favore di un ente speculativo privato.