Il consigliere PdL Tucci: "Guardiamo la foresta, non i singoli alberi"

SIENA. La trasmissione di Report dedicata a Siena non è piaciuta a nessuno degli addetti ai lavori e i commenti critici si sono sprecati, a partire da quello del primo cittadino che rivendica Siena come “libera e pulita” facendo come sempre finta di non capire che sotto tiro non è la Città, ma un certo modo perverso di gestire il potere, per arrivare al mio partito, il Pdl, che giustamente lamenta le omissioni della trasmissione sulla esplicitazione della parte politica, il centro-sinistra, che questo potere ha esercitato per decenni ininterrottamente. Tutti denunciano una interpretazione distorta della realtà e ognuno, dal suo particolare punto di vista, ha ragione.
Provando però a guardare la foresta e non i singoli alberi si coglie un quadro di insieme che non è possibile confutare perchè i fatti, come diceva Lenin, sono cocciuti. I fatti sono sotto gli occhi di tutti: la Banca e l’Università (per non parlare dell’Ospedale dimenticato da Report), secolari capisaldi di un diffuso benessere, sono in gravissima crisi e la Fondazione, straordinario e irripetibile asset della comunità senese, da essere la più ricca d’Europa in poco più di una decina di anni si ritrova ad essere la più indebitata. I fatti erano sotto gli occhi di tutti già da tempo, ma solo ora, complice anche la crisi globale, i cittadini senesi cominciano a rendersene conto.
L’evento rivelatore, conseguenza e non causa del dissesto economico, è stata la mancata approvazione del bilancio consuntivo 2011 del comune, preceduto da una inusitata e talvolta malevola attenzione che i media nazionali e internazionali hanno ultimamente riservato alla Città. Quando le cose andavano (apparentemente) bene ogni giorno chi governava e tuttora governa ci ricordava ed illustrava tutti i giorni le meraviglie del “sistema Siena”, liquidando come pazzo o in malafede la Cassandra di turno. Ora che le cose vanno (molto) male si blandisce o si rimprovera l’opposizione chiedendo “per senso di responsabilità” il voto favorevole ad un bilancio impresentabile .
I senesi, come qualcuno ha rivendicato attaccando Report, non sono mediocri, né chiusi, né inetti, ma fino ad ora di sicuro sono stati ad arte disinformati e comunque poco attenti.
Ora che i fatti si sono presi la loro rivincita, qualcuno pretenderebbe, disconoscendo cinicamente tutte le scelte di volta in volta pienamente condivise, di predicare la discontinuità rimanendo ben attaccato alla poltrona conquistata con l’equivoco del “se avessi saputo”. Troppo comodo.
Provando però a guardare la foresta e non i singoli alberi si coglie un quadro di insieme che non è possibile confutare perchè i fatti, come diceva Lenin, sono cocciuti. I fatti sono sotto gli occhi di tutti: la Banca e l’Università (per non parlare dell’Ospedale dimenticato da Report), secolari capisaldi di un diffuso benessere, sono in gravissima crisi e la Fondazione, straordinario e irripetibile asset della comunità senese, da essere la più ricca d’Europa in poco più di una decina di anni si ritrova ad essere la più indebitata. I fatti erano sotto gli occhi di tutti già da tempo, ma solo ora, complice anche la crisi globale, i cittadini senesi cominciano a rendersene conto.
L’evento rivelatore, conseguenza e non causa del dissesto economico, è stata la mancata approvazione del bilancio consuntivo 2011 del comune, preceduto da una inusitata e talvolta malevola attenzione che i media nazionali e internazionali hanno ultimamente riservato alla Città. Quando le cose andavano (apparentemente) bene ogni giorno chi governava e tuttora governa ci ricordava ed illustrava tutti i giorni le meraviglie del “sistema Siena”, liquidando come pazzo o in malafede la Cassandra di turno. Ora che le cose vanno (molto) male si blandisce o si rimprovera l’opposizione chiedendo “per senso di responsabilità” il voto favorevole ad un bilancio impresentabile .
I senesi, come qualcuno ha rivendicato attaccando Report, non sono mediocri, né chiusi, né inetti, ma fino ad ora di sicuro sono stati ad arte disinformati e comunque poco attenti.
Ora che i fatti si sono presi la loro rivincita, qualcuno pretenderebbe, disconoscendo cinicamente tutte le scelte di volta in volta pienamente condivise, di predicare la discontinuità rimanendo ben attaccato alla poltrona conquistata con l’equivoco del “se avessi saputo”. Troppo comodo.
Enrico Tucci – Consigliere gruppo Pdl comune di Siena