SIENA. Da Cravos Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Negli anni abbiamo più volte sentito una lontananza nel territorio in cui viviamo, e un nuovo fatto ha messo gravemente l’accento su questa nostra percezione: gli studenti universitari rimasti all’interno delle residenze universitarie, attraverso delle segnalazioni a cui tuttora fatichiamo a credere, hanno ricevuto mascherine di qualità inferiore. Non siamo neanche certi che siano omologate, perché nulla è stato indicato sulle confezioni.
Chiaramente, conosciamo la difficoltà mondiale nel reperire le mascherine, di certo non ci aspettavamo le mascherine ffp2 e ffp3 (che giustamente sono previste principalmente per chi lavora nel settore sanitario). Premesso ciò, ci chiediamo perché siano state consegnate, all’interno della stessa città, mascherine altruistiche di qualità ben diversa.
Opinabile è che non ci siano grosse differenze tra i due tipi di “mascherina”, come è opinabile che entrambe svolgano realmente la stessa funzione.
A livello nazionale questo fatto ha già provocato più di una polemica, poiché di fronte una carenza di modello si sarebbe potuta fare una differenziazione territoriale. Invece, lo si è fatto sullo status del cittadino. Perché? È forse vero che noi studenti siamo cittadini di serie B, a cui riservare gli scarti?
Soltanto una parola: inaccettabile”.