Come riconoscere e vincere l’ansia, l’insonnia, le difficoltà di concentrazione, l’irritabilità o la rabbia
SIENA. Attivato il servizio di tele-psichiatria al policlinico Santa Maria alle Scotte per venire incontro all’insorgere di ansia e stress derivanti dalle preoccupazioni legate all’emergenza COVID-19. Il servizio, operativo grazie ai professionisti dell’UOC Psichiatria diretta dal professor Andrea Fagiolini, è già attivo per tutti i pazienti seguiti dal reparto e ora sarà disponibile anche per chi non è in cura né alle Scotte né presso altri professionisti. Le visite in tele-psichiatria possono essere prenotate dalle ore 10 alle 12 chiamando il numero 0577 586391. «È comprensibile e condivisibile essere preoccupati oggi. La preoccupazione è una reazione ma utile, ci aiuta a tenere alto il livello di attenzione, a informarci, a proteggerci. Se però la preoccupazione diventa eccessiva e controproducente, può essere dannosa, e generare condizioni spiacevoli come l’ansia». Queste le parole del professor Andrea Fagiolini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale, che fa il punto su ansia e stress generati dall’emergenza coronavirus. «L’isolamento, la preoccupazione e l’ansia – prosegue Fagiolini – possono alimentare attacchi di panico, uso di alcol e droghe, o peggioramento o insorgenza di depressione. In questi casi, conviene sentire un professionista psichiatra o psicologo, soprattutto se è disponibile per una visita via telefono o altro sistema a distanza».
«La maggior parte di noi – prosegue Fagiolini – è preoccupata per i propri familiari o per se stesso e moltissime persone sviluppano ‘ansia fisica’, ovvero una forma di ansia che si presenta soprattutto con sintomi fisici come bruciori di stomaco, diarrea o altri disturbi gastrointestinali, aumento dei battiti del cuore, sudorazione, essiccamento e bruciore degli occhi, tensione muscolare, senso di costrizione alla gola, giramenti di testa, aumento della pressione, cefalea o altre sindromi dolorose. L’ansia porta anche molti altri sintomi, inclusi quelli più strettamente ‘mentali’, come la difficoltà a dormire, i problemi di concentrazione, l’inquietudine, l’irritabilità e la rabbia. Ad esempio, molte persone, in questo periodo – prosegue Fagiolini – riferiscono difficoltà ad addormentarsi, risvegli a metà della notte o risvegli al mattino molto presto. Il sonno è leggero e ci ritroviamo improvvisamente svegli, senza riuscire a riaddormentarsi. E, purtroppo, meno dormiamo e più forte diventa la nostra ansia il giorno successivo, creando così un circolo vizioso. La mancanza di riposo, contribuisce poi a altri guai, come le difficoltà di concentrazione, di attenzione e di memoria».
Cosa fare? A volte basta poco, ma altre volte è necessario chiedere aiuto a un professionista. «Guardiamo dunque le strategie che una persona può seguire, soprattutto nei casi più lievi – commenta Fagiolini -. Iniziamo con l’insonnia. I primi rimedi sono quelli di limitare l’assunzione di caffeina e alcol, considerando che l’alcol aiuta ad addormentarsi ma genera un sonno non riposante e, una volta vanito il suo effetto, lascia la persona in condizioni peggiori di prima. Rimuovere le sveglie visibili e qualsiasi fonte di luce in camera, eliminare telefoni, reti wireless e altri apparecchi che generano onde elettromagnetiche, soprattutto vicino alla testa. È consigliabile inoltre fare un minimo di movimento ed esercizio fisico anche in casa, esponendosi ad almeno un po’ di luce solare ogni giorno, anche dalla finestra».
Un altro fattore da tenere in considerazione è la concentrazione: in questi giorni è molto difficile concentrarsi, soprattutto quando è necessaria una concentrazione sostenuta nel tempo, ad esempio per finire qualche progetto che non sia immediato. «Quasi tutta la nostra attenzione e concentrazione, in questo periodo – aggiunge Fagiolini – è attratta dalla minaccia del coronavirus. Quindi consumiamo la maggior parte delle nostre energie mentali a leggere e guardare notizie sul virus. Se da una parte è bene informarsi, dall’altra non è utile dedicare tutte le nostre energie al coronavirus, soprattutto quando abbiamo messo in atto tutti i sistemi necessari per proteggerci».
Cosa fare per migliorare l’attenzione e la concentrazione? «Bisogna trovare il modo di distrarci – continua il professor Fagiolini – magari cimentandosi in qualche compito facile, o dividendo i compiti difficili in tanti compiti più piccoli. Quindi, conviene pianificare compiti limitati, da eseguire in orari specifici, intervallati da pause. Conviene anche organizzarci per limitare l’approvvigionamento di notizie, inclusi i social media, a un massimo di 3-4 volte al giorno».
Altra problematica importante è quella della irritabilità e rabbia, che spesso sono generate dall’ansia, dal cambio di abitudini o dalla convivenza troppo stretta con le altre persone. «Per migliorare, nei casi che non richiedano un professionista – commenta Fagiolini – è utile ritagliarsi un po’ di ‘tempo da soli’. È necessario cioè trovare un angolo della casa dove stare in solitudine. Basta anche pochissimo spazio, se la casa è piccola, prendendo accordi con i familiari perché ogni persona che vive in casa sia lasciata in pace almeno 1-2 ore al giorno. In quel periodo, è possibile fare esercizi di rilassamento, ad esempio provando a respirare lentamente e profondamente, muovendo lo stomaco e mantenendo fermo il torace, assicurandosi che l’espirazione sia doppia rispetto all’inalazione, svuotando al massimo i polmoni. Oppure provare a immaginare un luogo sicuro e bello, a immaginare di muoversi e visitarlo, concentrandosi sulle esperienze di tutti e cinque i sensi, uno per volta: vista, udito, olfatto, gusto e tatto. In alternativa, è possibile impegnarsi in qualche esercizio fisico: questo può servire a diminuire l’energia in eccesso, caratteristica sia dell’ansia che della rabbia».
Infine, è molto importante mantenere contatti sociali rispettando il distanziamento sociale. «È fondamentale per chi vive da solo – conclude Fagiolini – ma è di enorme importanza anche per chi vive in famiglia, perché sono necessari confronti con persone che non siano quelle con cui si condivide uno spazio che spesso è troppo stretto, soprattutto in questo periodo. Ci sono tanti ottimi metodi alternativi per comunicare e stare ‘vicini’ agli altri, dei quali il telefono rappresenta il più semplice e universalmente disponibile. Per le persone più esperte, sono naturalmente utili anche sistemi di videochiamata e le app disponibili».