"Incomprensibile l’atteggiamento del sindaco: non siamo di fronte a una manifestazione sportiva (e persino lo sport si è fermato...)"
SIENA. Da Vanni Griccioli, consigliere di Per Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“ll Palio si corre il 2 luglio e il 16 agosto, ma non è solo una questione asettica, di regolamento. Si tratta dei giorni nei quali Siena festeggia, con la celebre corsa, la Madonna di Provenzano e l’Assunta. Visto questo profondo significato religioso, che lega indissolubilmente gli eventi alle date, e dopo aver affidato le chiavi della città alla Vergine Maria nella cattedrale, che si fa? In piena quarantena e mentre la gente muore si pensa ugualmente a correre, magari spostando appena i giorni della corsa? Il solo pensiero palesa qualcosa di bizzarro, figuriamoci aver fissato due ipotetiche date alternative: il 22 agosto e il 26 settembre.
Non è unicamente una questione di rispetto per secolari tradizioni religiose e dal forte valore identitario. Nel momento in cui si vivono eventi luttuosi e si rischia seriamente di ammalarsi, con quale spirito ci si può abbandonare ai canti, alle cene? Allo stesso modo, con quale stato d’animo, magari stando a distanza di un metro l’uno con l’altro, i contradaioli vittoriosi andrebbero a prendere in giubilo il drappellone, al termine della corsa?
In questo momento il compito del sindaco dovrebbe essere indirizzato a coordinare azioni di solidarietà sociale, senza spreco di risorse e pensando ai veri valori, almeno fino a quando la pandemia sarà conclusa. La cappella di piazza, ai piedi della torre del Mangia, fu edificata nel 1352 per ringraziare la Vergine Maria dello scampato pericolo della peste nera, che aveva colpito la città nel 1348. Quanto alla necessità di assumere atteggiamenti responsabili, rispettosi della Chiesa e del resto dell’umanità, basterebbe riflettere sul comportamento dei nostri avi.
Dunque, non dovremmo attendere conferme dal Governo, al quale il sindaco ha rimandato l’ultima decisione. Come è possibile traccheggiare, aspettando autorizzazioni da Roma, se nessuno dei due Palii può svolgersi nelle date codificate? Il presunto stimolo al turismo in tempo di crisi diventa un argomento debolissimo di fronte alla solennità del Palio. Basterebbe una banale riflessione per smontare questa presunta opportunità: pensiamo che entro poche settimane si viaggerà come prima?
Rinviare le date delle carriere o delle mostre come pensare ad ulteriori eventi non ha senso, anche perché si distoglierebbero risorse che invece dovrebbero essere confluite sull’emergenza. Persino gli eventi sportivi intorno ai quali girano miliardi, lontanissimi dalla logica paliesca come Wimbledon, le Olimpiadi o i Campionati europei di calcio sono stati annullati con largo anticipo. Se va bene, si svolgeranno con anno di ritardo. Perché il Palio dovrebbe fare eccezione?
Non c’è bisogno di convincere i senesi che sanno, intimamente, di dover rinunciare al Palio, nel 2020. Per questo (basta vedere le reazioni sui social) ha colto tutti di sorpresa la politica di indugi e annunci del sindaco. In questo modo stiamo dando un’immagine frivola nel momento più tragico anche perché – ricordiamocelo – siamo una città-simbolo dell’Italia, quindi con responsabilità maggiori di altre. Come la foto della sanificazione del Campo deserto ha fatto il giro dei media creando un alone di empatia, che effetto potrebbe avere una immagine di divertimento, magari con diretta tv, mentre intorno a noi si muore? Questo è l’unico luogo al mondo dove sono anche le Contrade a portare sostegno ai bisognosi, a contrastare con l’aiuto reciproco depressioni e smarrimento: l’umanità è il nostro vero patrimonio!
La rinuncia, per un anno, ai Palii è l’unico modo per dare il giusto valore a una civiltà che trova espressione in una liturgia civica solenne, dunque impossibile da modificare (anche temporalmente) a piacimento. Poi, Siena saprà ricordare al momento giusto, con un atto specifico, ciò che l’umanità sta oggi soffrendo. Una manifestazione folcloristica si sposta alla domenica più vicina, perché il fine è di richiamare visitatori. Allo stesso modo, una partita di calcio o un campionato si deve recuperare anche a mesi di distanza, perché accanto al divertimento e alla regolarità del campionato contano i bilanci delle società sportive. Per nostra fortuna il Palio rappresenta ben altri valori, che esigono rispetto.”