Se si rispettano i principi base di una struttura che vuole essere democratica per promuovere uno sviluppo democratico di Siena, qualche speranza c'è
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Riceviamo e pubblichiamo dal professor Mario Ascheri
SIENA. Il movimento Siena Futura si è trasformato da fatto elettorale in movimento di durata. Nei réportages ho letto che vorrebbe addirittura configurarsi come non strettamente senese, che aspira a essere l’Union Valdotaine dei Senesi. E’ un fatto così nuovo che mi costringe ad uscire dal letargo estivo.
Ambizione enorme, sia chiaro. Ma è quel che propongo da anni, visti i disastri che ci combinano i partiti nazionali e perciò non posso che esserne lieto. Alla fine qualcosa si muove. Sento già i critici: che fai, ti attacchi al carro del Marzucchi? Entri in maggioranza dopo averla combattuta così duramente?
Niente di tutto questo. Il mio disimpegno dalla politica attiva, annunciato a settembre 2010, continua, e non mi sembra tempo di cambiare opinione. L’età poi sconsiglia impegni dissennati. Ma è giusto un incoraggiamento a chi ha deciso di iniziare questa strada.
I rischi ci sono naturalmente. Il fatto di essere in maggioranza già pone problemi.
Ma se l’accesso al gruppo verrà gestito con saggezza, senza la consueta faziosità e il clientelismo dei partiti tradizionali, può nascerne qualcosa di buono.
Innovatività, fedeltà alla città, apertura di orizzonti, ricooscimento del merito al di là dell’appartenenza, trasparenza e collegialità delle decisioni ecc. devono essere garantite, naturalmente.
Se si rispettano i principi base di una struttura che vuole essere democratica per promuovere uno sviluppo democratico di Siena, qualche speranza c’è.
Benvenuto dunque il nuovo gruppo. C’è tanto bisogno di un impegno con caratteri nuovi ma legato profondamente al territorio e alla sua cultura tradizionale in chiave innovativa nel momento i cui tutto ci crolla attorno.
Non facciamo i nobili sdegnosi.
Diamo una chance ai ‘SenaFuturisti’! Benvenuti e buon lavoro, dunque.