SIENA. Da Link Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Il periodo che stiamo affrontando è certamente particolare, siamo tutti consapevoli delle criticità ad esso legate e sarebbe stato inappropriato pretendere dall’oggi al domani una perfetta erogazione della didattica per via telematica.
Tuttavia distanza di due settimane dall’interruzione delle lezioni e di qualsiasi attività universitaria, non possiamo non dire la nostra a proposito delle affermazioni del Rettore, primo rappresentante dell’università di Siena, in un’intervista
Nell’articolo si legge che vengono assicurate le lezioni a 8000 studenti tramite più di 600 corsi online, ma purtroppo sappiamo che la situazione non è questa; ci rendiamo perfettamente conto dell’unicità e drammaticità di questa situazione, non riteniamo tuttavia accettabile che a farne le spese siano studenti e studentesse, che si configurano in questo momento come le principali vittime all’interno del sistema universitario.
Riceviamo in continuazione segnalazioni di gravi carenze della didattica, quali lezioni programmate che non sono sostenute né in streaming né in modalità registrata, sistemi che non supportano i numerosi accessi degli studenti e delle studentesse e che si bloccano o corsi sulle piattaforme online che rimangono inutilizzati poiché i professori non caricano materiale di studio, sia esso costituito semplicemente da slides o, nel migliore dei casi, da intere video-lezioni.
Quello che abbiamo avuto modo di notificare è non soltanto una carenza (sia dal punto di vista delle lezioni online, che del materiale didattico fornito, per non parlare della possibilità delle piattaforme attualmente in uso di supportare una tale mole di accessi) nella messa in atto di metodiche alternative che permettano agli studenti di proseguire con la propria carriera universitaria, ma anche una notevole disparità fra i vari dipartimenti e corsi di laurea, riuscendo alcuni a funzionare in maniera accettabile (magari quelli con meno studenti, o con professori meglio disposti) a fronte di altri ormai al collasso.
Al momento, gli studenti sono in una condizione davvero critica, trovandosi sempre più spesso in balia di problemi tecnici, mancanze dei docenti, mala organizzazione ecc., vedendo in ultima analisi minacciati i propri diritti all’interno del sistema università e lo stesso diritto allo studio (basti pensare ai giganteschi ritardi che questi meccanismi provocheranno nella carriera di ognuno, con relativa, probabile e futura tassazione da studenti fuoricorso).
Pensiamo che, per far fronte a questo, sia necessario che l’ateneo vada oltre la blanda attuale garanzia dell’attuazione di metodi alternativi di didattica, e che si faccia davvero garante della riuscita di questi processi (producendo magari delle linee guida o dei regolamenti veri e propri, che debbano essere seguiti dai docenti), invece di rilasciare (nella persona del rettore) dichiarazioni ai giornali locali palesemente non corrispondenti al vero.
Anche al fine di ridurre i tempi di recupero e il prolungamento delle attività didattiche al termine dell’emergenza, con le relative problematiche ad esso collegate, è necessario che le piattaforme di supporto vengano potenziate o che vengano indicate delle alternative. Contemporaneamente si devono sollecitare quei docenti più restii a gestire la didattica con queste modalità a servirsi di tali strumenti, magari fornendo loro un supporto tecnico che possa ovviare alle difficoltà riscontrate nell’utilizzo degli strumenti tecnologici e nel registrare o dispensare le lezioni da sedi diverse da quelle indicate dall’Università, in molti casi non raggiunte dai professori per paura di contagio e diffusione. Stesso discorso vale per gli studenti tesisti, che in molti casi si sono visti totalmente (o quasi) abbandonati dai propri relatori, rischiando così ritardi importanti nel conseguimento della laurea.
Pretendiamo quindi che venga effettivamente garantita una didattica universitaria accessibile e fruibile da parte di tutt*, in tempi utili allo svolgimento dell’anno accademico e al conseguimento degli esami di profitto.”